di Il Capo
Mentre le periferie di Roma votavano in massa per il suo cialtronesco movimento, credendo alle sue boutades e non considerando il nulla vaneggiato da Virginia Raggi nella campagna elettorale più vuota della storia d’Italia dopo quella di Berlusconi del 1994, il Vate a 5Stelle, il comico noto anche come agitatore politico Beppe Grillo, faceva il suo show dalla finestra di un hotel del Centro Storico di Roma che nessuno, in quelle periferie che lo hanno votato, potrebbe probabilmente permettersi. Prima di lui soltanto Silvio Berlusconi ha avuto l’impudenza di ergersi a paladino degli ultimi salvo poi sbattere loro nei denti la sua ricchezza: è la conferma che il M5S nasce come propaggine ultrapopulista del già sufficentemente populista e ricco fondatore del primo partito di plastica della storia d’Italia, andato al governo in pochi mesi. Raggi, la sindaca di Roma, ha fatto lo stesso e anche di meglio. Sconosciuta ai più fino a tre mesi fa è riuscita, in novanta giorni di vuotissima campagna elettorale, attraverso l’empatia trasmessa indignandosi per essere contrastata dagli avversari, a conquistarsi le simpatie del popolo alla quale si rivolgeva: quello degli incazzati neri che basta gridare come loro e te li sei presi. Ora la sindaca che continua a definirsi “sindaco donna”, quasi a confermare che il mestiere del sindaco sia prerogativa solo maschile, dovrà governare per tutti i romani. E se un qualche tegola inaspettata non la costringerà a scelte che voi umani non potete nemmeno immaginare, darà finalmente prova di non essere – lei, insieme a tutto il M5S del vuoto pneumatico – incapace di governare, come incapaci di governare sono (quasi) tutti coloro, tra i pentastellati, che la cecità italica ha portato al potere. Le saremo davvero grati se ci smentirà coi fatti. Beppe Grillo da parte sua, rimarrà dietro le quinte (apparendo cioè ogni tre per due) e continuerà a controllare i suoi da quello strumento diabolico che è il suo blog, al quale Raggi di tutte le Libertà e dei Pannolini, dovrà sottoporsi ogni volta che avrà necessità di ingoiare un antibiotico contro la bronchite.
Tra l’entusiasmo di chi nelle periferie ha votato per l’ennesimo sogno che non vedrà mai realizzato.
(20 giugno 2016)
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