di Gaiaitalia.com
Il circolo Anddos-Gaynet Roma ha consegnato il 18 giugno una lettera di protesta al sindaco di Firenze Nardella per la scelta di non concedere il patrocinio al Toscana Pride, una scelta che rende ipocrita anche l’esposizione della bandiera Rainbow a Palazzo Vecchio per i fatti di Orlando: per noi non ha senso dare solidarietà ai morti e non ai vivi.
La delegazione dell’associazione partita da Roma per partecipare alla manifestazione, ha infatti voluto ribadire la scelta ingiustificabile del primo cittadino di Firenze, che ha bollato come “politica” “divisiva” e “di parte” una manifestazione per i diritti che commemora un evento storico fondamentale come i moti di Stonewall del 1969. La motivazione è più grave del solito, perché non si limita a negare il valore o la serietà al Pride, ma lo degrada a una piazza di parte, quasi come si trattasse di una minoranza sindacale, alimentando lo scontro ideologico oggi in atto e l’omofobia reazionaria a cui stiamo assistendo da mesi. I diritti delle persone LGBTI, invece, sono diritti umani universali come ribadito nel Manifesto del Toscana Pride e come riconosciuto anche dalla Dichiarazione dei diritti umani che anche l’Italia ha firmato. Negarlo, questo sì, è un atto politico. Lo sanno bene le centinaia di Istituzioni, italiane e internazionali che sostengono i Pride. Nella nostra città, dopo il riconoscimento delle ambasciate statunitense, francese, canadese e tedesca, persino l’amministrazione commissariata di Tronca si è sentita in dovere di dare il patrocinio, adeguandosi alla stragrande maggioranza dei comuni italiani.
Qui invece accade che il comune di Firenze, guidato dal PD, sia incredibilmente l’unico in Toscana ad ostinarsi a non concedere il patrocinio, con l’unica compagnia del comune di Arezzo retto da una giunta di centrodestra. Tutto questo accade nonostante il regolamento comunale non ponga alcun impedimento ad un simile riconoscimento.
Come ha ribadito Obama dopo Orlando, la libertà delle persone LGBTI e la libertà di vivere liberamente la propria sessualità, sono valori di tutta la cittadinanza e riguardano direttamente i principi di uguaglianza e solidarietà su cui poggia la democrazia. I diritti conquistati sulla carta non bastano, come è evidente dal tragico evento del Pulse. Per questo, la giornata di oggi deve servire a porre al centro una nuova sfida culturale: combattere l’omo-transfobia ribadendo ogni giorno il valore universale dei diritti che abbiamo in parte conquistato e per i quali continueremo a lottare.
Così il comunicato stampa di Anddos-Gaynet Roma, giunto alla nostra redazione.
(19 giugno 2016)
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