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Incapaci buffoni ed italiani creduloni in un paese imputtanito

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di Daniele Santi

Comunque vadano i ballottaggi di domenica 19 una cosa è ormai chiara: l’Italia è un paese di creduloni e di estremisti urlanti dove bande di incapaci buffoni scorrazzano liberamente seminando il panico negli intelletti evoluti, certi che, qualora male gliene incorra, avranno sempre un 20% di elettori pronti a gettarsi tra le loro braccia. Il vero dramma dell’Italia è essersi lasciata imputtanire da vent’anni di berlusconismo che le hanno fatto digerire, c’era terreno fertile, evidentemente, l’idea che lo sforzo, la programmazione, il progetto, il lavoro, non servono a nulla: basta essere nel posto giusto al momento giusto ed improvvisare.

Così è stato negli ultimi vent’anni e così è per gli eredi diretti del berlusconismo più bieco: quei 5Stelle che si propongono con la più sceneggiata delle buffonate possibili, trasformata in messaggio [sic] politico a base di insulti, e tanti “no, no, no e ancora no” perché noi siamo il meglio. Gli elettori della setta dei giullari sono eredi diretti di quelli dell’uomo di Arcore, che mentre scriviamo giace in un letto di ospedale lanciando messaggi di onnipotenza: se i secondi credevano ciecamente in ogni parola che arrivava dalle televisioni del Biscione, i primi si sono rifugiati dentro un Blog e non esiste altra realtà possibile che non discenda dalle auree parole del Blog. Altra realtà non vedono. Altra verità non vogliono. Altra possibilità non c’è.

Così è l’estremista urlante: bravissimo sul web, dove insulta e, pericolosamente sgrammaticato, pontifica devastato dal suo fallimento sociale nella realtà quotidiana, quella dove è sempre colpa di qualcun altro. Berlusconi è stato la speranza delle veline (un tempo le chiamavano cortigiane, quando si era più raffinati) che potevano sempre sperare di sedere le loro adorabili natiche su una poltrona parlamentare o in un consiglio regionale, provinciale o comunale, mentre il M5S è la speranza dei falliti che, in nome di un reddito di cittadinanza, possono sempre sperare di passare dall’essere disoccupati alla poltrona parlamentare (se sono stati così bravi da giurare fedeltà eterna al Capo Supremo).

Poi ci sono coloro che parlano di ideologie, ma in realtà vogliono il potere. Sono quelli che militano nei partiti, vestono la veste dei puri di idee, ma ciò che vogliono è il possesso del territorio. Almeno gli animali sono più sinceri.

Attorno a loro, attorno ai buffoni ed ai finti ideologi, o animali politici che dir si voglia, l’Italietta dei creduloni che aspettano sempre l’uomo forte come aspettano il messia, e che sono capaci di grandi superficialità; sono inconcludenti, un po’ ignorantoni, non ti spingono proprio alla fiducia nei loro confronti. Sono quelli che ti dicono di conoscere perfettamente l’inglese ed al momento del colloquio nella lingua richiesta ti dicono che non ti capiscono, perché parli troppo velocemente; sono quelli della gomitata al fegato sulle scale della metropolitana della stazione Termini, perché sono infastiditi dalla ressa, non per il gusto di far male. Sono quelli che odiano i negher perché rubano il lavoro, ma poi ai colloqui non ci vanno perché sono impegnati col casting per Il Grande Fratello. Quelli che c’è sempre qualcuno da offendere o da minacciare. Sono quelli della domenica allo stadio e del popopopopo, delle serate con la transessuale brasiliana perché ce l’ha grosso e che il giorno dopo gridano improperi omofobi dal bar sotto casa: gli italianucoli che vogliono tutto, subito e possibilmente senza sforzo. Ecco in poche parole, ce ne sarebbero molte di più, l’esempio di una nazione che si è fottuta con le sue mani ed ora pensa di affidare i disastri che impunemente prosperano grazie al suo “votare a cazzo”, ad altri buffoni peggiori dei precedenti. La politica? Non sa nemmeno cos’è l’italiano credulone. E’ così pronto a vendere l’anima a chiunque, pur di ottenere ciò che vuole, da pensare che tutti siano come lui. Così si affida, per forza di cose, ad un buffone dopo l’altro. Tanto c’è sempre un social sul quale insultarsi per sfogare la propria frustrazione.

Comunque vadano i ballottaggi di domenica 19; comunque gli inconcludenti guitti che si presentano come gli astri del nuovo miracolo, la vogliano vendere; comunque quei creduloni di Italiani la vogliano vedere, questo paese ha bisogno di una profonda trasformazione culturale. Nessun movimento populista, nessuna forza politica, nessuna finta ideologia da blog, nessuna battaglia basata sui soliti mezzi porterà a nulla. Almeno servisse scriverlo.

 

(16 giugno 2016)

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