di Daniele Santi
Lei è Paola Bernetti, 60enne milanese e libera professionista, la più votata del M5S alle primarie per il Senato a Milano e provincia: prese 200 voti (per il M5S le primarie sono una roba da milioni di voti, come è noto) e quei 200 voti erano il doppio di quelli di ognuno degli eletti che poi finirono a Roma. La storia è riportata da un’intervista di Mauro Suttora pubblicata da Oggi lo scorso primo giugno i cui screenshot trovate in basso e ripresa dal suo blog. Paola Bernetti a Roma non ci andò mai. L’articolo riferisce di trucchi vari. Parla di cordate, doppie candidature, elezioni di parenti e di ortodossi che fanno fuori la più votata di Milano e preferiscono non avere senatori a 5 Stelle piuttosto che averla in Parlamento.
E’ tutto davvero italiano, ed essendo i Cittadini a 5 Stelle italiani a loro volta è molto difficile pensare che possano essere davvero qualcosa di differente come ci raccontano. Paola Bernetti ne parla come di un vero e proprio pericolo: “Il Movimento 5 stelle è pericoloso per la democrazia. Mi sono disiscritta dopo sette anni, soffrendo per l’enorme delusione. Ma non voglio esser complice di quella che potrebbe diventare una dittatura, se i grillini andassero al governo”, è così che ha deciso di parlare al settimanale “Oggi”. Non ci va giù leggera l’ex Cittadina trombata politicamente dai signori del rispetto e della correttezza, rimasta nel M5S fino al 2012: “Ho continuato a votarli, pensando che gli altri partiti sono peggio” racconta, ma la sua distanza dal Movimento “aumentava a ogni espulsione. È stata quella di Federico Pizzarotti, sindaco che amministra egregiamente Parma, ad aprirmi definitivamente gli occhi”. Come recita l’antico adagio, meglio tardi che mai. Anche lei, Paola Bernetti, era rimasta folgorata nel “meetup milanese che si nutriva di collettivi negli scantinati (…) sognavamo di cambiare il mondo” perché la sindrome da onnipotenza è da sempre una pessima consigliera: “pensavamo di fare la storia”. Rock’n’roll.
Poi apre gli occhi e si rende conto di “essere vittima di una setta, e che io stessa ero diventata un’adepta” e quindi comincia a rendersi conto che di chiarezza i signori della coerenza e dell’onestà parlano molto, ma ne praticano poca. Bernetti afferma infatti che alle “primarie di fine 2012 mi resi conto che i vertici muovevano le fila di tutto, decidendo a loro piacere chi doveva entrare in Parlamento” e che ufficialmente tutto avviene online “attraverso il portale della Casaleggio srl, ma ogni controllo viene respinto. Sbandierano trasparenza, ma hanno fatto sparire tutti i voti delle “parlamentarie”. I risultati delle primarie per le europee del 2014 li hanno tenuti segreti. Sbandierano coerenza, ma sulla presenza in tv hanno cambiato idea cinque volte, perfino espellendo Federica Salsi per una comparsata tv”.
Paola Bernetti oggi non è più un’iscritta al M5S e invoca “una seria legge sulla democrazia all’interno dei partiti”. Proprio quella che il suo ex Movimento d’appartenenza non vuole votare. Pensate un po’. Il blog di Paola Bernetti continua ad aprirsi con “Il Libro dei Sogni”, a testimonianza che dai sogni è durissima svegliarsi.
Candidato #m5s al Consiglio comunale di Trieste…#amministrative2016pic.twitter.com/r1ZlrCILPa
— Il M5S non ci piace (@M5S_No_Grazie) 2 giugno 2016
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