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Unioni Civili, abbiamo chiesto qualche chiarimento a Gay Lex. Nostra intervista

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Gay lex Logo Bigdi Paolo M. Minciotti

 

 

 

 

 

 

 

 

Numerosi sono i quesiti che lettori, followers e amici ci pongono relativamente alle Unioni Civili. Essendo anche lo scrivente coinvolto, e con un partner straniero, abbiamo chiesto agli amici di Gay Lex di aiutarci a comprendere meglio la questione. Come essi stessi ci hanno anticipato, ci sono domande le cui risposte non possono essere approfondite fino al momento in cui non saranno resi noti i decreti attuativi della Cirinnà. Vi terremo al corrente e vi (ci) informeremo. Per ora vi offriamo l’intervista che abbiamo realizzato con Gay Lex sperando di contribuire a chiarie alcuni punti oscuri.

 

Quante possibilità ci sono che i regolamenti applicativi della legge “peggiorino ” la Cirinnà?
I decreti e i regolamenti attuativi non possono peggiorare i contenuti e dunque i diritti e i doveri contenuti nella legge. Quello in cui possono incidere, invece, è principalmente nelle modalità con cui si arrivi a ottenere questi diritti, che in alcuni casi non sono di poco conto, ed è per questo che riteniamo che le associazioni lgbt debbano assolutamente vigilare.  Per fare qualche esempio concreto: i matrimoni contratti all’estero da persone dello stesso sesso producono in Italia gli effetti di un’unione civile. Però cambia se venga permessa la trascrizione del matrimonio in Italia e poi produca gli effetti delle unioni civili, rispetto al fatto che il matrimonio contratto all’estero venga convertito in un’unione civile e dunque in qualche modo “declassato”. Oppure per quanto riguarda la celebrazione: un conto è che l’unione civile si svolga con la solennità e tutte le modalità proprie del matrimonio civile, nella sala dei matrimoni con un officiante e una celebrazione vera e proprio. Un conto è che si riduca all’apposizione di due firme in un sottoscala del comune davanti ad un funzionario.
Sembrano piccole cose ma a nostro avviso fanno la differenza, in termini di diritti in alcuni casi, ma soprattutto in termini di dignità.

Quali i documenti necessari e la prassi da seguire per le coppie che vogliano regolarizzare la loro unione?
Non è possibile ad oggi rispondere a questa domanda. Qualora fossero gli stessi documenti previsti per il matrimonio si tratterebbe del certificato di nascita e del certificato di stato libero, però ricordiamo che nel caso delle unioni civili non ci sono le pubblicazioni come nel matrimonio. Staremo a vedere fra poche settimane o forse fra pochi giorni e magari siamo disponibili a tornare a parlarne insieme con un approfondimento.

Chi ha un partner straniero non residente in Italia potrà unirsi con l’Unione Civile? E come?
Assolutamente sì. E le Unioni civili prevedono inoltre che, come per il matrimonio, il cittadino straniero possa poi chiedere un permesso di soggiorno o una carta di soggiorno permanente per motivi familiari. Trascorsi due anni dall’unione, se il cittadino straniero è stato residente legalmente ininterrottamente in Italia può chiedere anche la cittadinanza. In caso sia residente all’estero potrà farlo dopo 3 anni. Anche in caso di divorzio o di morte del partner italiano, il cittadino straniero unito civilmente avrebbe le stesse tutele del cittadino straniero coniugato. Rispetto alla documentazione richiesta bisognerà aspettare i decreti attuativi per averne conferma, ma è ipotizzabile che sia la stessa documentazione prevista per il matrimonio, anche se (come abbiamo già detto sopra) per le unioni civili non sono previste pubblicazioni. I documenti sarebbero dunque: il certificato di nascita tradotto e legalizzato, un nulla-osta dal paese di provenienza tradotto e legalizzato, la certificazione che attesti il regolare soggiorno in Italia e ovviamente un documento di identità in corso di validità.

E’ possibile richiedere un visto per “matrimonio” o “unione civile”?
La normativa non consente di poter richiedere un visto “per matrimonio” e dunque non esisterà nemmeno un “visto per unione civile”: andrà dunque richiesto un visto per turismo.
Normalmente in caso di visto richiesto a fini matrimoniali si tende ad allegare anche la certificazione relativa alle avvenute pubblicazioni di nozze: non essendo esse previste per le unioni civili, sarà interessante verificare se i decreti attuativi prevederanno qualcosa in tal senso.

Chi è sposato all’estero cosa deve fare per regolarizzare la sua unione in Italia?
Come detto sopra bisognerà anche per questo aspettare i decreti attuativi.
Sicuramente i matrimoni contratti all’estero produrranno effetti di unione civile, ma per le modalità (ovvero automatismo, piuttosto che su richiesta, retroattività o meno, trascrizione del matrimonio o conversione in unione civile) bisognerà attendere di saperne di più.

Le Unioni Civili possono contrarsi con cittadini di paesi che proibiscono per legge le unioni tra persone dello stesso sesso?
Si, anche se ovviamente non avranno poi valore in questi paesi. Ci potrebbero essere problematiche ad ottenere da questi paesi il nulla-osta e in quel caso, come avviene già per i matrimoni, si potrà quasi certamente ricorrere al Tribunale.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(30 maggio 2016)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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