di Giancarlo Grassi
Ai dementi che sui social si scatenano quotidianamente gridando al “gomblotto” e denunciando la mancanza di libertà in Italia un annetto di Iran farebbe bene. L’Iran non è soltanto la teocrazia più pericolosa del pianeta, ma anche uno staterello dove gridare al “gomblotto” via internet porta all’impiccagione, dove sono proibite le feste, il ballo, la musica occidentale, le antenne paraboliche, le bevande alcoliche, si va in galera perché si è fatto sesso.
Anche per cose più innocenti come quelle che i dementi da social di questo paese sono abituati a fare: ad esempio partecipare ad una festa dove sono presenti (“gomblotto!”) uomini e donne insieme le pene sono assai severe.
A causa di tutte queste piccolezze che ai gomblottisti importano tanto come l’erezione di un geco, un totale di 53 persone in due città diverse dell’Iran, tutte iscritte all’università, sono state arrestate e condannate alla pena di 99 frustate. La notizie è stata riportata da un’agenzia ufficiale iraniana e quindi ripresa dal New York Times.
Nel giro di 24 ore i cittadini iraniani coinvolti sono stati arrestati, interrogati e frustati.
(28 maggio 2016)
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