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Il problema della sinistra Pd con l’oggi è che per loro l’oggi è sempre trent’anni fa

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Gianni Cuperlo 09di Giovanna Di Rosa

 

 

 

 

 

 

 

Se la sinistra Pd per continuare a parlare di sé come sinistra ha bisogno di tirare in ballo i grandi vecchi (deceduti) del PCI, e scatenarsi in sterili polemiche sui Partigiani, tentando un ringalluzzimento sulle pelle di Boschi, viene da chiedersi come mai non tiri in ballo i giorni in cui tanti attuali esponenti di quella sinistra Pd antirenziana che strombazza slogan anti-riforme, accusavano Berlinguer di essere un democristiano travestito da comunista, sfilando come giovani virgulti della rivoluzione.

 

Il povero ex comunista Gianni Cuperlo è rimasto traumatizzato dal suo povero 17% alle primarie della quali non parla mai. L’intellettuale che ama parlare forbito, preferisce dimenticarsi che sono stati i militanti del Pd a farlo fuori preferendogli con quasi il 70% dei voti quel Matteo Renzi al quale è stata poi affidata la presidenza del Consiglio, non la cattiveria delle pettegole di paese. Se non ricordo male, sono troppo giovane per avere memoria di quel periodo, tanti giornalisti dalla carriera di sinistra e ora di sinistra che più di sinistra non si può, si burlavano di Enrico Berlinguer paragondandolo a un ravanello, utilizzando uno slogan che ora ricordo troppo male per scriverlo, ma che aveva a che fare col rosso comunista e col bianco democristiano.

 

Rimango basita però dalle ultime polemiche a proposito del referendum sulle riforme istituzionali, ed in particolare da quelle legate ai partigiani che votano sì e quelli che votano no: di quali partigiani stiamo parlando, di quelli che il 25 aprile scorso hanno espulso la brigata partigiana ebraica dal corteo celebrativo o degli altri che sempre il 25 aprile gridavano slogan contro gli ebrei che sembravan più neo-nazisti che membri dell’ANPI? Di cosa vaneggiano Cuperlo e i suoi? Non passa nemmeno per la testa che quando Boschi parla di partigiani che votano sì possa riferirsi a suoi coetanei iscritti all’ANPI che, per ragioni anagrafiche, non posso essere quelli che la Liberazione l’hanno fatta sul serio?

 

Di cosa vaneggia Cuperlo con la sua sinistra già bersaniana, già dalemiana, insomma son sempre quelli, almeno avessero il coraggio di Civati che si è tolto di mezzo?

 

Mai nel merito, ma sempre con politiche pretestuose. Mai nel presente, ma sempre con l’occhio rivolto al passato citando miti del passato per cercare di modernizzare il presente: l’occhio della sinistra Pd è sempre posato sul conservatorismo travestito da progressismo che modernizzi il minimo indispensabile, possibilmente strutturando la pur minima modernizzazione in modo che tutto resti esattamente com’era, senza toccare il moloch-partito: più importante del paese, dei cittadini, delle riforme, del governo, del voto, più importante di tutto. Perché il Partito, così come lo vedono loro, può tutto. Anche riscrivere la storia.

 

Così come alcuni, che della Resistenza non sanno nulla, stanno riscrivendo la storia delll’ANPI trasformandola addirittura in luogo di proliferazione degli slogan contro gli ebrei.

 

E’ questa ANPI qui che Cuperlo e la sinistra Pd stanno difendendo, perché pur di far saltare Renzi tutto fa brodo?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(24 maggio 2016)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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