di Il Capo
Di questa Italia si dice tutto, ma non si dice la cosa più importante e cioè che i suoi abitanti, o almeno quelli che occupano gran parte del loro tempo gridando al complotto e al regime dai loro profili sui social, vivono una realtà virtuale che non ha nulla che vedere con quella reale ed è su quella che credono di vivere che agiscono, non sulla realtà oggettiva.
Negli ultimi giorni è girato per il web il video sull’intervento di Maria Elena Boschi all’Università di Catania e sul presunto “scontro” (che non c’è stato) con uno studente che, nella versione pro “gomblotto” dei “gomblottisti” da social, avrebbe “asfaltato” la Ministra con argomenti ai quali Boschi non avrebbe saputo rispondere. In realtà di quel video i “gomblottisti” facevano girare soltanto la versione dove la risposta di Maria Elena Boschi non appariva facendo apparire lo studente come “l’eroe” del popolo che aveva distrutto la rappresentante di “regime”. Posto che lo studente non è un’eroe e che il suo intervento appariva più un’accozzaglia di informazioni corrette da un punto di vista formale senza la necessaria mediazione dell’esperienza nell’applicare quelle informazioni; posto che il giovane sembrava più travolto dall’emozione di poterle “dire in faccia” ad un ministro della Repubblica che mosso dalla voglia di capire, il video (che pubblichiamo in home page) è in realtà un esempio di come uno scambio animato tra due persone che ascoltano e si ascoltano possa servire ad approfondire temi, pur nella diversità delle opinioni di ognuno, ed a chiarire le ragioni per cui si sceglie un’opzione piuttosto che un’altra.
Ci stupiscono, ma nemmeno più di tanto, gli strali degli italici pasdaran dell’informazione e del “gomblotto” di regime che sono regime contro il regime (e dentro il regime gridano al “regime”) senza averlo mai vissuto: consiglieremmo a questi ultimi oltre a toni più costruttivi, di provare a gridare la loro opinione sui social, con gli stessi toni che utilizzano in Italia, in paesi dove le democrazie sono davvero finte e per il video di un bacio postato su Facebook, ad esempio, si finisce in galera. Con tanti auguri.
Dimenticavamo di ricordare che il Rettore dell’Università di Catania non ha tolto la parola allo studente Alessio Grancagnolo perché stava contestando la Ministra come maldestramente ha suggerito la stampa italiana (ed in particolare il titolo del sempre poco obbiettivo ed inutilmente partigiano Huffington Post), ma perché dopo numerosi richiami a rispettare i tempi degli interventi , richiami completamente ignorati da Grancagnolo, il Rettore gli ha imposto di concludere. Nel video che trovate nella nostra home page c’è anche questo.
(24 maggio 2016)
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