di Paolo M. Minciotti
L’agghiacciante stampa nigeriana colpisce ancora e mette alla berlina sei uomini acccusati di omosessualità dalle forze dell’ordine nonostante non ci siano prove, evidenze, né le necessarie “flagranze di reato” (elemento essenziale per applicare la barbara legge antigay del paese). I sei uomini, arrestati nel sud del Paese con l’accusa di omosessualità, ma senza prove, sono stati messi a disposizione dei giornalisti dalla Polizia che ha fornito alla stampa i loro nomi e cognomi e le loro fotografie scatenando la barbarie omofoba della stampa nigeriana che ha sbattuti i “mostri in prima pagina” con la consueta e schifosa carica di pruderie.
Lo denuncia il sito Nostringsng.com: i fatti risalgono al 9 maggio scorso quando la polizia ha arrestato sei uomini a Benin City, capitale dello stato meridionale di Edo, accusandoli di omosessualità e dichiarando alla stampa che i sei avrebbero confessato di essere omosessuali e di avere avuto rapporti sessuali “ripetuti” tra loro. Sempre secondo fonti di polizia i sei sarebbero stati “identificati come omosessuali” (in che modo?) dal 2006. A carico dei sei accusati non ci sono prove se non la loro confessione che potrebbe essere stata estorta in molte differenti maniere, tortura compresa.
L’accusa ha tacciato i sei uomo di “avere dissacrato i valori africani per il loro piacere personale”, segno evidente che nel paese devastato dagli attentati di Boko Haram la presunta omosessualità viene considerata un crimine al pari del terrorismo.
(18 maggio 2016)
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