di Giovanna Di Rosa
Le disgrazie per Stefano Fassina non finiscono mai: addirittura si circonda di persone che non controllano la regolarità delle firme raccolte per il suo partitino del 4% se gli va bene e si trova ad avere le liste che sono fuori, momentaneamente, dalle amministrative di Roma. Apriti cielo! Il Fassina che ha votato la Legge Fornero e sostenuto il governo Monti da dentro il Pd, che è stato viceministro dell’economia e delle finanze nel governo Letta, rifattosi una verginità dopo che Renzi lo ha trattato come uno qualunque, si trova ora a lottare contro tutto ciò che ha votato prima della sua conversione post-comunista (già consigliere economico del Ministero delle Finanze, passa nel 1999 al dipartimento Affari economici della presidenza del Consiglio, poi dalle consulenze alla Banca di Sviluppo Inter-Americana, passa dal 2000 al 2005 ad economista al Fondo monetario internazionale… più comunista di così!) si trova ora, dopo sì aurea carriera, a dover fare i conti con volgari questioni di firme e a doversi appellare al TAR per concorrere alla poltronissima della Capitale… Quando il destino si accanisce non ci son santi.
Fassina ha dichiarato sconcertato: “Abbiamo appreso con stupore che la commissione elettorale ha respinto le nostre liste” (una Lista Civica e una di Sinistra Italiana) “dalla competizione per Roma. Si tratta di una decisione che, se fosse confermata, altererebbe pesantemente l’esito delle elezioni amministrative nella capitale. Presentiamo subito ricorso e nelle prossime ore decideremo quali ulteriori iniziative intraprendere”. Ci informerebbe su quali potrebbero essere le “ulteriori iniziative” da intraprendere?
Vista la dichiarazione non pensiamo di essere i soli a notare che il grido disperato di Fassina sembra sottintendere colpevoli da cercare chissà dove, complotti di chissà quale tipo, manovre alle sue spalle e coltellate, nonostante il deputato e membro dell’esecutivo nazionale di Sinistra Italiana Fratoianni di ritorno da Cuba abbia parlato di “vizi di forma” ed “errori formali nella compilazione dei moduli e nella modalità di certificazione di alcune firme” cadendo dalle nuvole e parlando di “fulmine e ciel sereno”, biascicando quindi un “di più non so”, lasciando intendere invece che ci siano stati errori formali nella compilazione imputabili a chi, da dentro SI, ha contribuito alla raccolta delle firme.
Viene da sperare che i collaboratori che avrà con sé, lo sfortunato Fassina, un volta al Campidoglio (smettetela di sbellicarvi dalle risate) siano scelti con più acume per evitare al Comune ciò che è successo alle liste e per evitare allo sconcertato Fassina di accorgersi dopo di eventuali errori e di gridare al complotto. E’ vero che alle mezze calzette disturba circondarsi di gente preparata, ma questa è un’altra storia che magari non riguarda nemmeno il furioso Fassina.
(9 maggio 2016)
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