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Un arresto qua, una turbativa là, bisognerà farla finita con ‘sta storia qua

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Politicadi Il Capo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Non siamo tra coloro che pensano che i politici in quanto tali sono tutti delinquenti, tutti corrotti, e sono tutti una casta che fanno e disfanno a loro piacimento. Non pensiamo questo perché non è così e conosciamo fior di persone, prestatesi alla politica, di grande onestà. Nemmeno, e ne avete la prova se ci leggete con costanza, crediamo alle forze che accusano di delinquenza genetica tutti gli altri ergendosi a cittadini modello: sono quelli che normalmente la danno via con più facilità. Come certe cristiane oneste pronte a puntare il dito sulle puttane. Che sono sempre le altre.

 

E’ vero però che nell’ultimo ventennio sono cresciute due cattive tendenze che contribuiscono a spaccare l’Italia più di quanto non meriti: da un lato la quasi certezza dell’impunità da parte di chi tra i politici vuole delinquere, grazie ad una serie di provvedimenti che una classe dirigente svergognata ha elaborato semplicemente per salvare le chiappe a qualcuno dei suoi (pensate anche voi a quel nome lì?), prescrizioni ad orologeria e via raccontando; dall’altro la crescita di una tendenza accusatoria incontrollata ed incontrollabile che risponde al “sei politico quindi, in quanto tale, delinquente” che porta agli eccessi populisti che sono sotto gli occhi di tutti ed all’impoverimento del messaggio politico ormai sempre più nascosto da grida, accuse, belle more ed inutili bionde con i capi di partito che rispondono in televisione con battute imbecilli alle domande dei giornalisti perché tanto conta solo chi grida di più. O chi la butta più in caciara.

 

Le ultime questioni legate al Pd, la più recente delle quali è l’arresto del sindaco di Lodi, e le conseguenti accuse che dal M5S e dalla Lega partono verso Renzi e la maggioranza devono far riflettere la dirigenza di quello che i sondaggi e le urne danno ormai da tempo come primo partito d’Italia sulle contromisure da prendere. D’altro canto le reazioni incontrollate e isteriche delle opposizioni firmate M5S e Lega servono solo a far dimenticare ad entrambi i gruppi i loro guai. I servi di scena del Grillo Incosciente devono far dimenticare che militano in un partito che sta dentro il buco nero di un web, del cui bilancio non si sa nulla, delle cui regole interne si sa ancor meno con spiccate tendenze fascistoidi, specializzato nelle epurazione in stile partito comunista sovietico e con una serie di situazioni assai poco chiare sia nel passato di certi candidati per le prossime elezioni che nelle azioni delle città che attualmente governano. La Lega di Salvini che più grida più tenta – riuscendoci, questo è il dramma italiano – a far dimenticare gli scandali finanziari del partito legati a Bossi (che non è vero che non conta più nulla) ed alla sua allegra congrega di figlioli dalle spese allegre (il primogenito dell’ex celodurista, Riccardo Bossi, è stato condannato qualche giorno fa ad un anno e otto mesi).

 

Ferma restando la nostra opposizione a questa accozzaglia di fascistoidi travestiti da qualcos’altro che si danno nomi differenti e cambiano pelle e colore come si cambiano le mutande, abbiamo però la sensazione che il Pd debba fare qualche azione concreta nei confronti degli esponenti di partito che vengono coinvolti in scandali più o meno gravi, qualcosa insomma che senza violentare il garantismo (di forcaioli che i colpevoli sono sempre gli altri ne abbiamo tutti abbastanza) sia atto a garantire il diritto degli Italiani a non essere governati da corrotti ed imbroglioni. Perché non ne possono più. Direte voi che nessuno si iscrive ad un partito per violare palesemente le regole della società con azioni poco chiare una volta giunto al potere, ed avete ragione. Ma è vero però che il potere e l’investitura popolare, sono la via più diretta per provarci e per garantirsi l’impunità, avendo a disposizione carte manipolabili, se proprio in quella direzione si vuole andare.

 

La soluzione? Non ce l’abbiamo proprio. Ma una maggiore attenzione e maggior rigore e reattività di fronte agli accadimenti potrebbe anche riuscire a fare pulizia nei partiti, nelle candidature con tutto ciò che ne deriva. Poi c’è sempre quella cosa che gli Italiani dopo settant’anni abbondanti di democrazia non hanno ancora imparato a fare: votare con la testa e non con le viscere. Ma questa è storia altra.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(3 maggio 2016)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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