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Il sobrio linguaggio dei social ricorda che il passo verso i fucili è sempre troppo breve

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Grida stai zittodi Daniele Santi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dopo che abbiamo conseguito il nostro record personale di insulti ricevuti per questo articolo, essendo stato giorno di festa vissuto tra lavoricchio, occhiate ai seggi di qua e di là e frequenti letture dei nostri account sui social, non siamo nemmeno rimasti troppo stupiti nel trovare ciò che ci si poteva aspettare: lo stile troglodita di chi pur di imporre la propria idea è disposto a scatenare qualsiasi cosa. Di questa gente sono piene tutte le forze politiche, di destra, di sinistra, trasversali, orribilmente fasciste, fasciste travestite da democratiche e sono una categoria di persone che non ci lasciano tranquilli.

 

Si dice di tutto: che i dati del Viminale sono un complotto per invitare la gente a non andare a votare tanto il referendum è fallito, a slogan in rima come “Se vuoi la vita bella Vota contro la trivella”, o ancora c’è chi dice che grillini e piddini sono molto simili in quanto aggressivi come tutti i tifosi da stadio e fedeli al capo, e c’è poi chi se la prende con l’hashtag che #ciaone è la conferma (la signora che è colta, dice “case study”) dell’uso discutibile di da parte di soggetti politici. Perché invece gli utenti che non sono in politica lo usano indiscutibilmente in maniera perfetta.

 

I post orrendi, quelli che in qualche modo incitano alla caccia al nemico non li citiamo nemmeno, per amor di patria, per amore di pace, e per orrore all’idiozia: risalta, anche oggi, ancora una volta, come nel nostro paese si sia persa la capacità – ammesso che ci sia mai stata – di vivere il confronto politico su una base razionale, pragmatica, basandosi su dati precisi (ne abbiamo tanti a disposizione e non è nemmeno complicato leggerli) senza sperare in miracoli che non succedono quasi mai.

 

C’è sempre un tempo per costruire e cambiare le cose, c’è e c’è sul serio, ma tutti perdono tempo a gridare incongruenze su mezzi che non servono al cambiamento, ma sono utilissimi a sfogare i mal di pancia. Questi tempi ci offrono straordinari mezzi per sfogare i mal di pancia in maniera da non disturbare i potenti se non con qualche insulto.

 

Non è con gli insulti che chi sta dove sta e gestisce ciò che gestisce smetterà di farlo. I cambiamenti sono un’altra cosa e sicuramente non stanno nel web, né nei social né in certi blog né altrove. Quello che è certo è che il passo che porta alla violenza ed ai fucili è sempre troppo breve. Moderare i toni serve a tenere lontane le tentazioni. Dovrebbero impararlo certi guitti e certi loro seguaci.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(17 aprile 2016)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

©gaiaitalia.com 2016 – diritti riservati, riproduzione vietata

 

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