di Giancarlo Grassi
L’infelice uscita di Massimo D’Alema che evocava l’arroganza della nuova classe dirigente del Pd che ha l’insopportabile difetto di essere giovane, cosa che Massimo D’Alema e i suoi non sono più, non ha avuto l’effetto sperato. Non ha in effetti smosso nulla che non fosse fastidio da parte di militanti, ma anche dei rappresentanti della Sinistra Pd (sinistra! più conservatori di Alfano!), come dimostra la piccata risposta di Speranza che in soldoni ha ricordato al leader Massimo [sic] che la battaglia per il Pd si fa dentro il Pd. Interessanti poi sono i commenti al post relativo alla notizia sulla nostra pagina Facebook, più o meno tutti del teore di questo che pubblichiamo qui sotto.
Le parole di D’Alema, un uomo ammalato di dietrologia i cui giochetti cospiratori sono noti non solo dentro il Pd, essendo anche un po’ maldestro nella sua convinzione di essere onnipotente, è l’ennesima trappola nella quale una classe dirigente da geriatrico cade grazie al suo ispiratore che ormai non ispira nemmeno più se stesso. Il richiamo di Bersani che da Perugia arrivava più o meno in contemporanea alle dichiarazioni dalemiane invocando il ritorno all’Ulivo non può che far sorridere non soltanto la maggioranza interna al Partito Democratico, ma soprattutto i milioni di elettori del Pd che prima hanno visto Bersani capitolare come uno studentello sotto i colpi del M5S capitanati ai tempi da politici imbarazzanti come Roberta Lombardi e Vito Crimi, perdere palazzo Chigi a favore di Gianni Letta e quindi rovinosamente alzare bandiera bianca davanti alle truppe di Renzi, che hanno votato dandogli una maggioranza di oltre il 70%.
Renzi ha vinto, va ricordato a D’Alema ed al suo esercito di gerontocrati che vanno all’attacco armati di stampelle e con le flebo al braccio, anzi ha stravinto le primarie interne al Pd perché un programma ce l’aveva e l’ha proposto in modo credibile e senza disattenderlo una volta a palazzo Chigi (cito la battaglia sulle Unioni Civili, che la presuntuosa Sinistra [sic] Pd non avrebbe mai portato a casa). Chi scrive queste righe, lo spiega per chiarezza, non è un renziano e non vota nemmeno Pd, ed è per questo ulteriormente disgustato dalle sortite di una classe politica perdente e inconcludente che si ostina a ripercorrere lo stesso cammino della cospirazione e della divisione.
Vorremmo davvero, perché in fondo questo paese ci piace, che a questi mezzucci si dicesse basta e che si ricominciasse con una politica seria. Lo dico senza essere mai stato un votante del PCI innanzitutto per questioni anagrafiche (sono troppo giovane, ma per passione e necessità professionale mi sono studiato quella storia), ed ho la sensazione che nemmeno il troppo a sproposito citato Enrico Berlinguer avrebbe appoggiato questi assalti ingiustificati e, soprattutto, politicamente inconcludenti.
(12 marzo 2016)
©gaiaitalia.com 2016 – diritti riservati, riproduzione vietata
Iscrivetevi alla nostra newsletter (saremo molto rispettosi, non più di due invii al mese)