di Il Capo
Che Massimo D’Alema parli di arroganza e faziosità è una cosa che fa più ridere che piangere, essendo l’uomo che a sinistra ha perso tutte le elezioni un uomo che per arroganza e faziosità non ha rivali. Che utilizzi siffatte espressioni a margine di un intervento ad un convegno di Sinistra Italiana a Roma, per scagliarsi contro il gruppo dirigente del suo partito nemmeno stupisce, trattandosi dell’uomo che subentrò a Prodi dopo che il governo dell’Ulivo era caduto per un voto (chissà di chi era?) e che da presidente della famosa Bicamerale che doveva mettere all’angolo Berlusconi riuscì a farsi fregare in tutti i modi: insomma un Grande Stratega.
Che si scagli contro il Pd e chiami in causa Verdini e compagnia, lui che è sempre stato il pragmatico capopartito che le leggi si fanno con i voti e non importa da dove vengono, non infastidisce nemmeno più di tanto e per quanto ci riguarda potrebbe anche andarci da solo senza che nessuno ce lo mandi in quel posto che tanto elegantemente cantava Alberto Sordi, ma lui è troppo impegnato a sentirsi ancora il capo (e di fatto lo è e non sopporta di essere in minoranza) e a tacciare gli altri di “arroganti” lui che è tanto umile, come dimostra in ogni apparizione pubblica televisiva e non.
E’ difficile prenderlo sul serio anche per il suo stesso partito. Così Orfini reagisce alle accuse dell’ex presidente del Consiglio che governava con Cossiga
Leggo che D’Alema mi “disconosce” perché sarei arrogante. Il che -francamente- non torna.
— orfini (@orfini) 11 marzo 2016
e che immaginava un patto con Berlusconi dove l’uomo di Arcore si teneva una parte di cose a cui teneva e le altre se le sarebbe tenute lui, il genio della politica Massimo D’Alema che è sempre lì: pronto a sputare veleno contro chiunque dimostri – o gli sembri dimostrare – un minimo di indipendenza, oppure osi metterlo in minoranza. Questa volta però D’Alema si è spinto assai in là arrivando a suggerire, senza farlo, una scissione del Pd incolpando il “gruppo dirigente arrogante”.
Da Perugia gli fa eco Bersani che dal congresso della Sinistra Riformista Pd sussurra “Qui si sente profumo di Ulivo” senza rendersi contro dell’Ulivo non gliene frega un cazzo a nessuno tra coloro che votano e facendo finta che l’Ulivo non sia stato distrutto dal suo interno proprio dalle manovre di D’Alena, così che Fabrizio Cicchitto uno che ai tempi dell’Ulivo c’era, suggerisce sommessamente come se fosse costretto “D’Alema sta ponendo in essere una scissione di fatto del Pd”.
Eccolo il disegno del grande stratega che ha portato a casa solo sconfitte e che si fregia del titolo di ex Primo Ministro solo perché il primo governo Prodi è stato accoltellato in perfetto stile Cesare. Di politicanti così questa Italia non ne può più. Altro che “gruppo dirigente arrogante”…
(11 marzo 2016)
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