di Daniele Santi
Il quotidiano l’Unità parlando di un saggio in cui Paolo Becchi, giurista genovese ed ex ideologo del M5S prima che Grillo fosse folgorato dal fantastico mondo di Gaia, che uscirà nel numero di febbraio di Mondoperaio, informa che il saggio in questione conterrà una nota di Rosa Capuozzo, sindaco di Quarto, pubblicata nel blog di Beppe Grillo il 4 novembre scorso. L’Unità pubblica anche un link al quale del testo non v’è traccia. Nel testo, che riportiamo qui sotto, Capuozzo avrebbe informato il Vate della situazione nel suo comune.
Il post è condito della solita grillica retorica, ma ribadisce la determinazione di Capuozzo a non venire a patti con chi vuole farla fuori, si tratti di infiltrati camorristi o direttivi grillini, e la sua determinazione a fare chiarezza. Se ciò che Becchi afferma e scrive corrisponde al vero cade il castello di carte grillicocasaleggico che afferma come un disco rotto “Non sapevamo nulla, Capuozzo se ne vada”.
Becchi osserva nel saggio, che l’Unità continua a citare, che anziché intervenire i geniali movimentisti a 5 stelle si è “sperato che la storia si sgonfiasse da sola” quando invece, è il parere di Becchi, “già da allora si sarebbe dovuta valutare con attenzione la situazione, e non presentare sul blog” (organo ufficiale del M5S, ndr) “il sindaco come un’eroina della lotta contro la mafia”. E continua spiegando che poi il Movimento ed il direttivo delle Tre Grazie hanno deciso di “di abbandonare il sindaco al suo destino, sperando che si sarebbe adeguato alle richieste del partito accettando di dimettersi. La tardiva richiesta di dimissioni e la successiva espulsione di un sindaco prima difeso e poi silurato fa comunque perdere di credibilità al movimento”.
Becchi conclude poi con un siluro al celebrato Comitato d’Appello, che è quello che decide le purghe grilliche di ispirazione staliniana sulla base delle questioni del momento, chiarendo che per chi è vittima delle epurazioni grillicocasaleggiche ha “pocosenso” appellarsi al Comitato di cui sopra, essendo lo stesso controllato da “fedelissimi di Casaleggio” come “Vito Crimi, Roberta Lombardi (nella foto in alto in posa sbarazzina, perché lei può) e Giancarlo Cancelleri”, (ricorderete le straordinarie [sic] gesta della strana coppia Crimi/Lombardi come insipienti portavoce del M5S al Senato e alla Camera), definendo il loro lavoro “una farsa”.
(21 gennaio 2016)
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