di Il Capo
Secondo un articolo pubblicato da l’Unità il 17 gennaio scorso i prodi Di Maio e Fico erano perfettamente al corrente di quanto stava succedendo a Quarto perché ne avevano discusso nella casa di Posillipo del presidente della Commissione di Vigilanza Rai, Roberto Fico. L’Unità cita non sono le indiscrezioni sull’interrogatorio di Rosa Capuozzo al magistrato Woodcock, ma anche un’intervista a Conchita Sannino di Repubblica, dell’ex capogruppo del M5S al Comune di Quarto Alessandro Nicolais: “I contatti tra sindaco e Direttorio c’erano, eccome. I più recenti, a dicembre. A casa di Fico. Me lo ha detto Rosa e me lo confermò il vicesindaco Perotti, che c’era. Con loro, Di Maio”. La Rosa in questione è Rosa Capuozzo, sindaco di Quarto.
La dichiarazione di Nicolais fa a pugni con quelle di Fico e Di Maio che hanno sempre sostenuto di non essere al corrente di fatti di camorra a Quarto, ma solo dell’esistenza di problemi. Secondo Nicolais la questione degli screenshots di Whatsapp è una “assoluta sciocchezza. Di Maio mi ha gettato nel tritacarne irresponsabilmente, ripescando un vecchio screenshot”.
Ci auguriamo naturalmente che sia confermato ciò che i Re Mogi del M5S affermano, cioè che non sapevano nulla, certo è che i veleni interni al M5S sono gli stessi che si respirano dentro gli altri partiti quando ci sono da assumersi responsabilità che nessuno vuole assumersi, cosa che non depone a favore del Movimento 5 Stelle che ama millantare di essere “diverso” (fa rima con “migliore”) e “pulito” in un mondo di corrotti. Se fosse confermato il contrario, la domanda nasce spontanea, dovrebbero i Re Mogi dimettersi in linea con i dettami di “purezza” della Casaleggio & Grillo a 5 Stelle?
(18 gennaio 2016)
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