di Il Capo
Così che Le Tre Grazie a 5 Stelle ci hanno dato in video lezione di morale e di etica, non solo a noi che ne abbiam bisogno, ma anche a voi e a tutti coloro che nel delirio buoncittadinista del dilettantesco progetto populista grillo-casaleggino non si riconoscono: cioè hanno dato una lezione di etica e morale a tutti noi disonesti che appoggiamo i disonesti al potere rifiutandoci di votare a 5 Stelle.
La manina alzata ed il sorrisino a dire “ciao”, e non buongiorno, testimoniano che il videomessaggio delle Tre Grazie a 5 Stelle era ad uso e consumo dei votanti a 5 Stelle (molti di loro furiosi per non essere stati consultati online sull’espulsione della Sindaca Capuozzo, ma si sa che anche la solfa del voto online viene utilizzata secondo ciò che si ritiene essere il bisogno mediatico); il messaggio “non siamo un Pd qualsiasi” era diretto alle pance di coloro che il Pd lo detestano già, quindi non alle italiche masse che dei tre moschettieri Di Maio, Di Battista e di Fico se ne fottono, ma a coloro che li amano già e che li vedono futura divina triade al governo del Movimento dei più buoni del mondo, contro noialtri disonesti che vogliamo l’Italia in malora per non votare a 5 Stelle.
Miracoli del dilettantismo al potere gestito da Vati. Noi che non siamo stati così fortunati da essere raccolti senza arte né parte per le strade italiane, che non abbiamo lauree in comunicazione che non servono a una beata minchia se non a entrare in Parlamento come esponente a 5 Stelle, ora ci dobbiamo anche sorbire le lezioncine delle Tre Grazie che ci dicono in soldoni che se non la pensiamo come loro allora siamo complici di un sistema corrotto dove tutti fanno quello che gli pare. Essendoci già sufficiente fumo sulla questione di Quarto non c’era davvero bisogno di gettarne altro.
Il tempo, che è galantuomo, parlerà per noi e anche per loro. Per ora notiamo come in fretta e furia il Vate del grillismo si sia dimenticato, complici i suoi compagnucci di ventura, di consultare il benedettissimo popolo del web sull’espulsione dal Movimento della Sindaca di Quarto. Forse non è stata una mossa intelligente. Subito dopo però Di Maio è andato in televisione (da due giorni sono dappertutto, meno male che la televisione gli faceva schifo) a rifondare la lingua italiana: riferendosi a Capuozzo ne ha sempre parlato come “La Sindaco”, ossimoro subito imitato dai geni della redazione di Radio24.
Questi innovatori che ci stupiscono sempre.
(13 gennaio 2016)
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