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Di minacce di morte, luoghi di culto e sentimenti religiosi che rendono folli, ciechi e crudeli

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Milano Assessore Majorinodi Il Capo

 

 

 

 

Le minacce di morte all’assessore del Comune di Milano Majorino (una tra tutte: “Carissimo staff dell’assessore Majorino e assessore Majorino volevo augurarvi con tutta l’anima a voi e ai vostri famigliari un 2016 pieno di dolore e morte…”, email che, come riferisce lo stesso Majorino a Repubblica, prosegue con vari insulti e imprecazioni) per la faccenda dei luoghi di culto per i residenti musulmani – francamente non si capisce perché non dovrebbero avere il loro luogo di culto se la Costituzione Italiana garantisce la libertà religiosa – dovrebbe farci riflettere sulla devastazione che la radicalizzazione del credo religioso, di qualsiasi credo, è in grado di operare in qualsiasi società e portarci a riflettere sulla possibile trasformazione in cane sciolto – per usare un linguaggio di moda – di ognuno di quegli intolleranti, a qualsiasi credo appartengano.

 

Non dovrebbe essere troppo complicato per chi professa un credo religioso capire che lo scadere nella minaccia, nell’odio, nell’intolleranza, nel fomentare discriminazione e repulsione per chi professa un’altra fede, non è niente altro che la prova del fallimento del suo fallimento come fedele, e quindi dell’essere umano che il fedele suppone di essere. Quando questo fenomeno si ripete per ogni fedele è altrettanto evidente che se la religione professata non serve a cambiare l’animo di chi la pratica né il suo atteggiamento nei confronti degli altri, ma anzi diventa una scusa per radicalizzazioni, minacce e professioni d’odio, dal sentimento religioso ci si sta allontanando e si percorre quello delle bestie. Non nel senso di animali.

 

Questo paese dove viviamo e che in fondo amiamo anche se nulla c’impedirebbe di andarcene da un’altra parte, sta vivendo uno dei suoi momenti storici peggiori. Non per la crisi economica, alla quale si danno tutte le colpe, ma per l’imbarbarimento della sua popolazione preda di una ignoranza spaventosa (e spaventevole) che genera intolleranza, razzismo, odio, violenza, rifiuto di tutto ciò che non si conosce e che non ci si preoccupa di conoscere, del quale la crisi finanziaria non è la causa, ma l’effetto.

 

Quando non si hanno più certezze terrene è facile radicalizzarsi e cercarne di ultraterrene, costruendosi nemici (c’è sempre un nemico da cercare ed è facile da trovare) presunti e possibili distruttori dell’unica verità che sembra incontestabile perché l’abbiamo scelta noi per noi e non per gli altri, sicuri che quella verità ci porterà alla felicità assoluta (a noi, e non agli altri) e siamo quindi pronti lancia in resta a combattere contro gli altri che vediamo come nemici. Nemici solo nella nostra piccola testa che contiene un’idea per volta e non riesce ad abbracciare il tutto.

 

Il concetto di impermanenza è sconosciuto al radicale monoteista che scrive via email le sue minacce a Majorino non conscio che il suo numero IP gli farà passare dei guai; il radicale monoteista che ignora il resto del mondo perché chiuso nel suo dio nonostante e a dispetto degli insegnamenti del suo dio, è radicale perché non capisce niente. Non ha capito. E non capirà. Il radicalizzarsi è la diretta conseguenza della sua testa vuota. Della sua ignoranza. Della sua necessità di essere felice – diritto sacrosanto! – di una felicità che non riesce a trovare. Così che il nemico non è la sua stessa infelicità, ma chi professa una fede diversa dalla sua. Perché terrorista. Perché straniero. Perché diverso.  Perché altro da lui. E un assessore qualsiasi (Majorino o chi per lui) diventa facile bersaglio quando nel suo appoggio alla libertà di culto manifesta agli occhi del radicale monoteista un appoggio al nemico di fede diversa ed una distruzione della “mia cultura” o delle “mie radici”. Cultura e radici che l’allegro monoteista intollerante non sa nemmeno dove stanno di casa. Se riflettesse, l’allegro monoteista intollerante di casa nostra, capirebbe che tra il suo odio fondamentalista e l’odio fondamentalista dei terroristi che pretende di combattere differenze non ce ne sono. E che entrambi sono mossi dalla stessa spaventosa ocurità.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(5 gennaio 2016)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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