di Giovanna Di Rosa
Il mondo politico italiano è pieno di personaggi che hanno come loro unico obiettivo “politico” il dimostrare a qualcun altro di valere più di lui, non importa in che modo. Non ci sarebbe nulla di male se la politica non fosse anche qualcosa di più nobile grazie alla quale si puà anche cambiare il mondo per il meglio e se il limitarsi a coltivare il proprio orticello, politicamente parlando, non servisse tanto come una flatulenza maleodorante per rinfrescarsi durante un torrido agosto. Ma così è se ci piace. E crescono in numero ed in livore, i personaggi di cui sopra, e vanno dal Grillo Furioso sceso in politica per dimostrare di essere migliore degli altri, circondandosi di incompetenti ed incapaci e dando la stura all’esperimento della democrazia del blog, i cui dati (traffico, iscritti, votanti, proventi) sono sconosciuti ai più e che governa i suoi con il pugno di ferro del dittatorello da quartiere che guai chi sgarra. In nome del progresso politico del paese, of course. Ci sono i grillici seguaci, Vito Crimi e Roberta Lombardi in primis, componenti di spicco [sic] di quel comitato di controllo del blog del Vate dal quale giungono gli ordini di epurazione. Ci si faranno sonore risate parlando di questa masnada di improvvidi e improvvisati parlamentari con una forza senza precedenti che hanno perso tutte, dichiamo tutte, le occasioni possibili. Geniali. Come loro nessuno. O quasi.
C’è poi il pesci-Vendola-me che da scissioni dal PCI, confluito in Rifondazione, che si è spaccato nei Comunisti Italiani, che ha fatto Sel, che ha fatto Sinistra Italiana, che al mercato mio padre comprò, in una specie di mercato delle poltrone dove ci si allea con il partito più forte per entrare in Parlamento e non appena entrati in Parlamento si passa all’opposizione perché non si è più d’accordo col partito col quale si era d’accordo qualche mese prima per ragioni elettorali. Ci piaceva tanto Sel quando nacque, magari è la volta buona, pensavamo. Poi il suo leader vince in Puglia. E’ il momento del massimo fulgore. Ed è tristemente già Sinistra Italiana.
Interventi di Stefano Fassina candidato Sindaco di Roma cui necessitano lezioni sull’ubicazione dei quartieri della Capitale (“Perfetto per il ruolo”, ha ironizzato qualcuno sulla nostra pagina Facebook) a parte, di programmi e novità che possano invogliare ad orientare il voto in quella direzione non ne abbiamo letti e sentite granché: i soliti attacchi a Renzi che erano i soliti a Monti che erano i soliti a Prodi (il voto in più che lo fece saltare venne da quelle parti lì, non da casa nostra) che erano i soliti a Berlusconi, proposte nulla. O meglio, proposte poche e mirate all’elettorato che già si sa che voterà per quella parte politica. Quattro gatti. Stando ai sondaggisti. Che sbagliano sempre, anche perché quel 50% di persone che dice di non andare a votare poi a votare alle politiche ci va in gran parte.
Ora sono aperte le scaramucce per le amministrative del 2016. Il governo sta già mettendo in piedi la sua corazzata, si parla di rimpasti, di nuovi appoggi, di cose da fare. La Sinistra Italiana parla invece di Renzi: di cosa non fa Renzi, di cosa dovrebbe fare Renzi, di cosa mi ha fatto Renzi e Renzi non è stato eletto (come se non conoscessero la Costituzione) e se non ho un programma né una sede è colpa di Renzi (e qui ci sarebbe da scrivere una lunga storia che un giorno magari scriveremo anche). Di programmi nulla. Comunicati stampa nemmeno (non ci hanno risposto a quello che dovrebbe esere l’ufficio stampa, nemmeno con una email, magari però abbiamo sbagliato indirizzo). Insomma, programmi niente, ma invidia tanta. Ora spiegateci voi che siete colti e preparati come si costruisce una programma elettorale e di sviluppo credibili basandosi sui mal di pancia…
(29 dicembre 2015)
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