di Paolo M. Minciotti
Sottoposti ad ispezione anale dopo l’arresto (sono più perversi coloro che chiamano perversi o i medici che pretendono di curarli?), sei studenti universitari di Kérouan denunciati per omosessualità dai vicini, sono stati arrestati e condannati a tre anni di prigione per omosessualità ed all’uscita dal carcere, per cinque anni, non potranno soggiornare nella città.
Lo ha dichiarato l’avvocato dei giovani dopo la sentenza, informando i giornalisti che presenterà appello e che un nuovo processo vedrà protagonisti i sei giovani entro poche settimane a Sousse.
Il codice penale tunisino proibisce le relazioni sessuali omosessuali, praticatissime nel paese anche tra uomini adulti, sposati e con prole, con tre anni di carcere e l’allontanamento per cinque anni dal luogo di residenza all’uscita dal carcere, ed è stato durissimamente criticato dall’ONG Shams che lotta per la depenalizzazione dell’omosessualità in Tunisia e per proteggere la vita privata dei cittadini dalle intrusioni delle autorità.
Un settimo giovane è stato condannato a sei mesi di carcere dopo che nel suo computer, privato!, sono stati trovati video pornografici. L’accusa è di “oltraggio al pudore”, nonostante che il giovane tenesse i file nel suo computer e ne facesse un uso personale tra le mura di casa. A tanto la follia delle leggi (“E’ nostro dovere fare rispettare la legge!”, aveva tuonato il ministro degli Interni tunisino) può arrivare.
(15 dicembre 2015)
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