di Paolo M. Minciotti
Siamo sempre lì: la maturità di parte della comunità gay di questo paese si evince dalla ricerca continua di informazioni sulla sessualità altrui, dal bisogno perverso e morboso di sapere con chi va a letto chi, perché, dove e quando, quasi che l’omosessualità altrui, o la presunta omosessualità altrui, fosse una specie di medicina per far sentire meno omosessuali loro, quelli che proprio ci convivono male con quella storia lì. Così che si ritorna a bersagliare Cristiano Ronaldo, antipatico e straordinario fuoriclasse del gol che calcisticamente parlando ha un solo difetto imperdonabile: gioca per il Real Madrid e qui siamo del Barcellona. Da sempre bersagliato dal gossip gaio e non, che vuole guardare nelle sue mutande e sotto le sue lenzuola, è ora chiacchierato dalla tivù francese, dai settimanali di gossip, dai siti gay, per una presunta storia d’amore con un altro sportivo. Personalmente trovo disgustoso questo cicaleccio di illazioni sulla vita altrui, proprio da parte di chi sulla propria ne ha sentite di tutti i colori. Chi tra i nostri lettori è omosessuale ha sicuramente vissuto sulla propria pelle il disagio dei commenti idioti, del risolino, dello spiare nell’intimità altrui, del voler sapere cosa si fa a letto e con chi, così che mi riesce difficile comprendere come si possa essere così interessati dalla vita privata di qualcuno come Cristiano Ronaldo, al quale va riconosciuto il merito di averla difesa con i denti. I pettegolezzi stupidi vanno oltre: parlano di “preoccupazioni” del Real Madrid perché i viaggi di Ronaldo per vedere l’amato bene lo stancherebbero troppo ed in campo non renderebbe più come prima. Sarebbe insomma “svogliato”. Fin da quando questo giornale – il nostro – veniva redatto in Spagna il Campione aveva sempre chiarito che non era disposto a stare in un club perdente. Ed in questo momento il Real Madrid lo è. La preoccupazione del club sta lì, non nella camera da letto di Ronaldo. La realtà è sempre molto lontana dai pettegolezzi. Se poi Cristiano Ronaldo è felice con il suo amore, donna o uomo che sia non me ne frega niente, bisognerebbe solo essere felici per lui, non trasformare la sua vita privata in un siparietto volgare dal quale spettegolare. Vale per lui, vale per tutti.
E se poi gli specialisti dell’omosessualizzazione degli altri volessero anche occuparsi di cose di secondaria importanza come il vivere in un mondo sull’orlo di un terzo conflitto mondiale spaventoso…
(4 dicembre 2015)
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