di Il Capo
Putin aveva lanciato accuse pesantissime dicendo che Erdogan faceva affari con l’Isis, importando il petrolio del Califfato Nero clandestinamente attraverso la Siria. Il presidente turco, l’islamista che qualcuno vorrebbe in Europa per fare un favore alla Nato, un dittatore infido e viscido che ha scatenato la guerra interna al giornalista ed alle minoranze e sta distruggendo un paese che è una perla con la forza del suo integralismo, aveva sfidato l’Orso Russo, dicendo che se avesse portato le prove del su coinvolgimento e di quello della sua famiglia si sarebbe dimesso da Presidente.
Ieri Putin, in una conferenza stampa organizzata per l’occasione, attraverso il suo portavoce e ministro della Difesa, uomo potentissimo che è nelle grazie del presidente russo, ha fornito alla comunità internazionale le “prove” del coinvolgimento della famiglia Erdogan nl traffico di petrolio dal Califfato Nero. Lo fa con immagini chiarissime che manda in mondovisione attraverso i suoi canali televisivi.

Erdogan è furioso, gli Stati Uniti lo spalleggiano. Mosca se ne frega e va avanti. Parla di 200mila barili al giorno.
“Nessuno ha il diritto di calunniarci”,grida Erdogan. Ribadisce di essere pronto a dimettersi nel caso in cui la Russia provi le sue accuse. Parla di valori, perché oltre alla misignia ed all’odio per la libertà di opinione ne ha anche qualcun altro. Il Pentagono definisce le accuse russe “assurde”. Una nota aggiunge: “Non possiamo accettare l’idea che la Turchia stia lavorando con l’Is. È totalmente assurdo”, a parlare è il portavoce del Pentagono Steve Warren. E ricorda che la Turchia partecipa attivamente ai raid della coalizione contro il Califfo Nero, peccato che mezzo mondo sappia che in realtà la Turchia bombarda i Curdi.
(3 dicembre 2015)
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