di No Pasdaran
Gli amici di No Pasdaran hanno pubblicato sul loro sito questo interessante articolo che sottoponiamo alla vostra attenzione nella sua integrità.
L’Occidente e’ abituato ad una lettura unilaterale della storia. Questo vale per le conquiste positive – non tutte infatti vengono dall’Occidente – ma anche per gli errori negativi – non tutti vengono dall’Occidente. L’Occidente, quindi, e’ abituato anche a pensare la geopolitica intorno a se stesso, guardando alle regioni del mondo confinanti come parte di questa unilateralità. La questione della strategia da applicare contro il Califfato, ne e’ un esempio lampante.
In questi giorni, infatti, l’Occidente non e’ solo preso a cercare una strada per sconfiggere Daesh con i propri mezzi, ma discute anche di come farlo con gli alleati regionali. Il tutto, senza veramente aver compreso l’altra parte della geopolitica, ovvero quella che riguarda gli interessi dei potenziali “alleati”. Ecco allora che, in questo contesto, in tanti propongono di creare una special relationship soprattutto con l’Iran e le forze sciite (Khomeiniste) in Medioriente, evitando di farsi una domanda centrale: ma l’Iran vuole davvero sconfiggere il Califfato?
Beh, apparentemente la risposta sarebbe positiva. Il vicino Stato Islamico di al-Baghdadi, infatti, non solo e’ sunnita, ma e’ anche di tradizione Hanbalita, Salafita e jihadista. Ergo, i primi nemici del Califfato sono proprio gli sciiti, in particolare gli sciiti legati alla Repubblica Islamica dell’Iran, vista come un male assoluto. Per questo, dicono analisti e esponenti politici alla D’Alema, l’Iran ha inviato mezzi e Pasdaran per combattere Isis, rappresentando sul terreno una forza che l’Occidente deve sostenere.
Premessa: una tesi simile, apparentemente basata sul realismo, e’ di per se una strategia perdente. Come sottolineato da sempre, pensare di sostenere il jihadismo sciita contro quello sunnita, non farà che aumentare il conflitto settario all’interno della regione Mediorientale, garantendo la nascita di una nuova spirale di violenza e odio nel futuro remoto. Non solo: anche chi propende per una nuova demarcazione di parte dei confini mediorientali fondata sulle divisioni etniche e religione, dovrebbe ricordarsi che in questa parte del mondo non e’ ancora lontanamente giunto quel processo di “laicizzazione” della politica iniziato nel Vecchio Continente con il “Date a Cesare quel che e’ di Cesare” e con il “cuius regio, eius religio“.
Torniamo alla domanda precedente: ma l’Iran vuole davvero sconfiggere il Califfato? Ne siamo davvero certi? Beh, per dare una risposta a questa domanda, proviamo a farlo ripercorrendo alcune fasi storiche centrali e il loro significato sugli interessi del regime iraniano.
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