di Ahmed Naouali
(Aggiornamento 25 novembre 2015)
Tredici morti e una ventina feriti in una esplosione terrorista che ha colpito l’autobus della Guardia Presidenziale tunisina sono il momentaneo bilancio di un altro tremendo attacco che i terroristi del califfato hanno sferrato contro i valori della laicità, a pochi metri dalla residenza del partito dell’ex presidente Ben Ali, in pieno centro a Tunisi, sull’avenida Mohamed V.
Un passante riferisce di avere visto un uomo lanciare una bomba contro l’autobus. Non ci sono certezze. L’ordigno potrebbe essere stato messo sull’autobus in qualche modo prima della partenza. L’attentato è il terzo in pochi mesi dopo quelli del Museo del Bardo e della spiaggia di Sousse e scuote, tragicamente, la giovane, ma determinata democrazia tunisina che paga un prezzo altissimo per avere dato vita ad una Costituzione laica in uno stato che gli islamisti assassini del califfato nero vorrebbero già sottomesso.
La Tunisia ha immediatamente proclamato lo stato di emergenza, che durerà per trenta giorni, ed il coprifuoco dalle 21 alle 5. Sembra certo, secondo fonti del governo, che altri attentati siano in preparazione. I morti tra i componenti la Guardia presidenziale sono 12 mentre una tredicesima vittima non è ancora stata identificata e potrebbe essere quella dell’uomo che avrebbe, secondo le testimonianze di un passante, lanciato la bomba contro l’autobus della Guardia Presidenziale tunisina.
Si tratta di un vero e proprio attacco al cuore del paese.
(24 novembre 2015)
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