
di Jorge Alberto Chavez Reyes twitter@limagaynet
Un paio di giorni venne reso noto che il thailandese Naparuj Mond Kaendi, pubblicitario e agente di modelli, e Thorsten Mid, un modello tedesco, si sono uniti civilmente in Germania dopo due anni di relazione. La coppia era stata oggetto di commenti feroci, cattivi e stupidi quando una loro foto che li ritraeva mano nella mano su un treno di Bangkok. La foto poteva essere famosa come espressione d’amore, venne invece utilizzata per attacchi razzisti e pesantissime battute per il fatto che l’agente thailandese non era abbastanza “bello” per meritarsi un fidanzato “bello” come il tedesco.
Nel libro “Survival of the Prettiest: The Science of Beauty“, Nancy Etcoff analizza dal punto di vista storico ed antropologico le implicazioni sociali e il valore culturale dei parametri di bellezza facciale e corporale, di ciò che insomma viene considerato “bello”. Etcoff afferma che tutte le civilizzazioni, occidentali e no, hanno venerato la bellezza (sia maschile che femminile) e stabilito modelli che servono per esaltare o disprezzare gli uomini e le donne. La tesi di Etcoff sostiene che la bellezza “dà vita” agli individui ogni volta che genera un “riconoscimento” grazie allo sguardo altrui. Una persona esiste perché è bella ed anche perché non lo è.
Oltre alla questione razziale (se la prendevano con il thailandese in quanto thailandese) l’incidente della foto (risale all’aprile 2015) ha tirato fuori quella che è una delle caratteristiche più insopportabili della cultura gay globale: il culto della gioventù e della bellezza.
La verità è che molti uomini gay che si lamentano della loro solitudine e di non riuscire ad incontrare “l’amore della loro vita”, rifiutano chiunque non rientri nei canoni stereotipati dell’uomo gay “bello”, quando è chiaro che per stabilire una relazione sono necessari fattori differenti e non solo la bellezza, che non dovrebbe essere il più determinante.
I mass media, in generale, e la pubblicità in particolare, ci hanno venduto una idea romantica ed estetica di ciò che significa essere gay e vivere in coppia (ricorderete il successo della “bellissima” coppia di Instagram o quell’altro fenomeno della coppia gay che pareva essere formata da gemelli), che condiziona al punto tale da provocare la non sopportazione di una coppia gay formata da un uomo “bello” ed uno “brutto”.
Fino a pochi anni fa, quando la possibilità di condividere un progetto di vita con un altro uomo in modo socialmente accettato non era più che un sogno, agli uomini gay non restava “altro” che fare sesso, intensamente, nonostante l’epidemia di HIV ed i limiti da questa imposti. L’offerta di divertimento relazionata con il sesso (discoteche, bar, feste, orge, etc) è sempre stata maggioritaria nelle riviste e sui siti gay, e continua ad esserlo sulle reti sociali. Le immagini che si associazione a queste offerte sono quelle di uomini ipermascolini, muscolosi, con torace ampio, braccia forte, vite strette e un gran “pacco” tra le gambe.
Un “bel corpo” (muscoloso, va da sé) e concretamente un torace ampio e forte, serve per vendere qualsiasi cosa e non solo al pubblico gay (basti pensare a reality show televisivi dove i maschi partecipanti passano la maggior parte del tempo a torso nudo).
L’immagine dell’uomo “desiderabile” che viene imposta alla comunità gay è evidentemente maschilista, dato che rinforza gli stereotipi ed i valori maschilisti egemonici e misogini ai gay “contaminati” dal femminile come le “checche” (o gay effeminati che dir si voglia), l’uomo effeminato o il travestito.
(5 novembre 2015)
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