di Paolo M. Minciotti
La Giamaica ha vissuto il primo Gay Pride della sua storia definito dalle associazioni LGBT del paese come “grande successo”. Secondo il sito Mambonline che cita Erase 76 Crime circa un centinaio di persone LGBT e numerosi eterosessuali hanno manifestato per la parità di diritti in Giamaica.
Il Montego Bay Pride, così si è chiamata la manifestazione, si è tuttavia premunito contro la feroce omofobia giamaicana, tanto che molti dei partecipanti hanno deciso di sfilare con una maschera rainbow che copriva loro il volto per evitare “rappresaglie” nel dopo manifestazione.
Una manifestazione (di 10 minuti!) “stand for equality” è stata autorizzata davanti alla Summit Police Station, per protestare contro l’omofobia della polizia giamaicana che poco prima, su ordine di un politico indignato, aveva disperso i manifestanti di fronte all’aeroporto.
La Giamaica è uno dei paesi più ferocemente omofobi e razzisti del mondo, come testimonia un report di Human Rights Watch riferito all’anno 2014 che testimonia come le persone “LGBT in Giamaica affrontino livelli di violenza inauditi ed inaccettabili” e sono licenziate dai loro posti di lavoro, buttate fuori casa nonostante la regolarità [sic] dei contratti di affitto, picchiate, prese a colpi di pietra, violentate ed uccise.
Più volte la prima ministra Portia Simpson ha annunciato di essere a favore della totale uguaglianza di tutti i cittadini indipendentemente dal loro orientamento sessuale, ma non ha mai – nella pratica politica e legislativa – mosso un dito.
(31 ottobre 2015)
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