di Giovanna Di Rosa
E’ attraverso una nota stampa che “il sen. Carlo Giovanardi, i coordinatori provinciali del Nuovo Centro Destra di Piacenza Romano Tribi, di Reggio Emilia Christian Immovilli, di Modena, Alessandro Lei, il sindaco di Monzuno Marco Mastacchi, i consiglieri comunali di Modena Luigia Santoro e di Rimini Eraldo Giudici, i presidenti di 31 circoli rappresentanti di tutte le realtà territoriali dell’Emilia Romagna, al termine di un’assemblea regionale”, comunicano di avere “sottoscritto un documento in cui prendono atto del fallimento della missione e degli obiettivi (quali?) che sono stati alla base della nascita del Nuovo Centro Destra, in quanto determinati a contribuire, in periferia come al centro, all’affermazione di un Centro Destra, alternativo alla Sinistra, collegato al Partito Popolare Europeo”.
I firmatari, grazie alla consueta vuota propaganda che in qualche misero cuore integralista ancor breccia farà, si distinguono per le loro bugie ad uso politico e “ricordano che con il 25% dei voti ottenuti alla elezioni politiche, PD e Governo vogliono imporre, scavalcando l’NCD e con i voti dei 5 stelle, una vera e propria rivoluzione antropologica come quella del matrimonio gay con una martellante azione del Presidente Renzi, del Ministro Boschi e del sottosegretario Scalfarotto che, addirittura, ha fatto lo sciopero della fame contro il Parlamento”. Va ricordato a lettori e lettrici che in discussione non esiste nessun matrimonio gay, ma una legge sulle Unioni Civili che seppur scomoda per i Giovanardiani che devono distinguersi non importa in che modo, con il matrimonio ha assai poco a che vedere. Sostenere il contrario è raccontarsela e cercare di raccontarla.
Giovanardi e compagni si scagliano poi contro la legalizzazione “della cannabis”, delirano di teoria gender, un’altra balla grossa come una casa per prendersela con il direttoreo dell’Unar Dott.Marco De Giorgi, con il circolo Mario Mieli di Roma, che dichiarano essere “intitolato a un signore che nei suoi scritti inneggiava alla pedofilia e alla pederastia”, prova certa che Mario Mieli non l’hanno mai letto. E’ augurabile la stessa veemenza nel denunciare i preti pedofili e i componenti della gerarchie vaticane che pasteggiano a tartufo d’Alba e quei preti che in qualche modo la pedofilia giustificano.
Carlo Giovanardi dal 1969 ad oggi ha cambiato casacca politica sei volte, perché lui è un uomo che crede alla coerenza: DC (1969-1994), CCD (1994-2002), UDC (2002-2008), PL (2008-2009), PdL (2009-2013), NCD (2013-2015). Ora, insieme ai suoi, si sposta ancora più a destra. A forza di spostarsi cadrà dalla sedia.
(27 ottobre 2015)
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