di Daniele Santi
Non male questa Capitale che non riesce nemmeno ad essere furba. Il sindaco dimissionario che si è preso la briga di portare dall’inizio del suo mandato, tutto il cartume che non gli quadrava all’attenzione della magistratura, il sindaco dimissionario che dopo le dimissioni ne ha prese di tutti i colori e che avrebbe pagato con le sue dimissioni non meglio identificati “errori politici di diverso tipo”, come un imbarazzatissimo ministro Delrio ha confermato il 19 ottobre scorso a 8 e mezzo di Lilli Gruber, si è spontaneamente presentato alla magistratura per chiarire cose di Campidoglio che chiare non sono e forse non saranno mai. Ad esempio le firme di Marino che non sono di Marino, insomma le firme false sui giustificativi delle spese e tanto altro.
La corazzata di Mediaset che dice, ha detto e dirà qualsiasi panzana pur di parlar male degli avversari politici di Burlesconi (cioè tutti), senza dire una parola dei processi che riguardano l’anziano capo, si è arrampicata sui vari “sarebbe”, “l’ex sindaco Marino avrebbe”, su numerosi “parrebbe” perché la propaganda va comunque creata ed il “divide et impera” di un impero sull’orlo di una crisi di nervi con il Capo Supremo assediato da se stesso deve continuare a funzionare (e nemmeno l’11% di Forza Italia pare insegnargli qualcosa); notizie che non si trovano su nessun quotidiano, né su Repubblica né sul Corriere e tantomeno sul foglietto di quei simpaticoni de Il Fatto Quotidiano, che oggi sono su corde umanitarie.
Insomma questa Capitale dei cialtroni dietro la scrivania, questa Capitale dei servizi che si sente Caput Mundi ed è invece cap ‘e cazz’, questa Capitale dove tutto deve cambiare perché rimanga com’è, e quando si parla di privilegi tutto il mondo è paese, questa Capitale dove basta avere la poltroncina per l’intrallazzino ed ho conquistato l’universo, si trova ad avere a che fare con un uomo – ex Sindaco, dimissionario, minacciato e sotto scorta – che riesce con le sue azioni non solo a conquistare il consenso di buona parte della città e a mantenerlo (visitate alcune pagine e gruppi su Facebook di sostegno all’ex Sindaco per rendervene conto), ma che non si tira indietro di fronte alla lotta ed è lui stesso a denunciare le irregolarità alla Magistratura; è lui stesso il primo ad offrire chiarimenti.
Speriamo che non siano questi gli “errori politici di diverso tipo” cui si riferiva il ministro Delrio. Per ora l’alternativa a Ignazio Marino, commissariamento della Capitale a parte, è una lunga campagna elettorale nella quale le grida di Giorgia Meloni dirette ai fedeli seguaci del saluto romano eccheggieranno come gli acuti di una soprano alla fine della sua tragicomica esistenza, ma che trova nei suoi numerosi fans senza speranza, il sostegno finale prima della dipartita. O il commissariamento.
Tutto questo mentre i vari funzionari del Campidoglio continueranno a farsi i fattacci loro?
Marino è stato sentito come persona informata dei fatti. Non è indagato. Pare che non lo sarà nemmeno. E questa storia delle firme false rischia di far scoppiare un altro polverone senza fine. Che alla fine non ci dispiacerebbe nemmeno.
(20 ottobre 2015)
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