di Il Capo
Gente per la strade ad applaudire, regali per i bambini e bandiere dell’UE come regalo: questa è stata la teutonica risposta voluta da Angela Merkel e sposata dalla vicina Austria contro il razzismo ignobile dei paesi ex comunisti dell’Est incamerati dentro l’Unione con ingiustificata fretta, senza che un vero processo democratico fosse stato stabilito (sono ancora alla ricerca dell’uomo forte), giusto per allargare i confini della Nato. Scelta folle che pagheremo per decenni.
Gente per le strade ad applaudire, dicevamo, striscioni di benvenuto per 800mila persone che si sono divise tra Austria e Germania strette dall’abbraccio di milioni di abitanti. Crediamo poco al buonismo teutonico; i due Paesi hanno bisogno di braccia impiegate nel lavoro a contribuire al welfare tedesco come l’aria che respirano; il mantenimento del welfare, del sistema pensionistico, dipende anche dai lavoratori stranieri che decidono di vivere in Germania ed Austria e lì lavorare, ma l’operazione “Refugees Welcome” è stata molto più potente di qualsiasi discorso infarcito di finzione, in testa quelli del papa buonista che finge di essere democratico all’interno di un regime totalitario: parliamo del papa argentino, della sua congrega di intolleranti e degli inviti ad “adottare” una famiglia di profughi, tanto per fare le cose per sentirsi buoni e non per esserlo.
L’operazione “Refugees Welcome” ha dato una lezione di civiltà anche ai ruspanti razzisti di casa nostra, quelli che hanno pronta la parola buona per tutti, quelli come la signora che alla cassa del supermercato tuonava “Quei marocchi lì, Siria o no, tutti su un barcone e poi affondarli! Altro che Merkel!”, affermazione che confermava come in questo paese gli abitanti siano talmente pieni d’odio verso loro stessi da doverlo scaricare giocoforza su chi ritengono degno dell’omaggio.
L’Italiano ignorante, incolto e cafone, la categoria che la crisi ha devastato, ha bisogno di un nemico e lo cerca ovunque: non cerca il miglioramento personale, non si impegna a trovare l’opportunità nuova, non cerca di capire come è cambiato il mondo negli anni della crisi per adattarvisi. L’Italiano ignorante, incolto e cafone ha trovato nel razzismo la perfetta valvola di sfogo che è prerogativa di ogni buon cattolico: dare la colpa agli altri, che il mea culpa mi devasta. Perché non lo capisco.
Una lezione di politica dell’integrazione è arrivata dalla geniale Angela Merkel che, caro Salvini, cari cattointegralisti di destra e sinistra, ne sa una più del diavolo e molte più di voi: in men che non si dica la cancelliera tedesca è diventata il faro dell’umanitario intervento pro-rifugiati. Con un geniale colpo di spugna si è liberata – e ha liberato il suo paese con cugino minore incluso – dalle accuse di inumanità seguite al caos legato alla crisi greca e ai funambolici volteggi del decaduto Tsipras. In men che non si dica Merkel diventa la Cancelliera della Speranza, colei che grazie a cristianissimi valori ed a senso di umanità ed accoglienza ha accolto quasi senza batter ciglio centinaia di migliaia di persone provenienti da paesi in guerra. Accusatela ora, come avete fatto finora, di essere un politico senza cuore.
Confinata nell’oblio degli insipienti e dei senza speranza, la ruspante e razzista italietta dei leghisti e dei movimentisti pentastelluti che hanno in odio gli immigrati, si trova a guardare al nord scoprendo che si poò avere tornaconto politico anche attraverso scelte che mettano, per quanto opportunisticamente, al centro gli esseri umani, facendo in modo che essi diventino parte del processo di sviluppo ed integrazione e della crescita del paese che li ospita. Noialtri, grazie alla gentaglia di certa estrema destra e di certi populismi retti da diarchie, stiamo ancora al rodimento dello ius soli o ius sanguini, mentre intere generazioni crescono senza sapere a che paese appartengono, le televisioni mostrano solo rifugiati senza spiegare il perché fuggono e dagli schermi nazionali sono scomparse tutte le informazioni possibili sulle devastazioni dell’Isis e su un’Africa ormai messa a ferro e fuoco dagli integralismi.
Speriamo che questo popolo di incolti egoisti, il nostro, non si ritrovi più presto di quanto non possa immaginare a dover cercare rifugio da qualche parte per eventi così catastrofici come quelli che gli 800mila e molti di più, all’onore delle cronache, sono stati costretti a vivere.
(6 settembre 2015)
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