di Giancarlo Grassi
L’appoggio indiretto all’Isis (cos’è l’aver ostacolato le truppe curde in Siria che contro i terroristi dell’Isis combattevano?) dell’integralista Erdogan non sta facendo un gran bene al dittatore di tutte le Turchie che ha osato tentare di oscurare Atatürk e raccontato all’opinione pubblica internazionale di combattere contro lo stato islamico mentre bombardava le postazioni curde, gli sta costando le gonadi, al povero Erdogan.
Come non fossero bastati gli scandali famigliari, i figli indagati, tutte robette che Erdogan ha messo a tacere con la forza bruta del suo potere politico, ora l’integralista mal travestito da democrata deve fare i conti con il Pkk dei Curdi furiosi che gli hanno messo a ferro e fuoco la madre patria. Lui pensa di essere un genio e come tutti gli ammalati d’onnipotenza (succede a chi si sente troppo vicino ad un dio), convoca elezioni anticipate convinto di vincerle, ma pare che il futuro non sia così roseo come pensava.
I Curdi sono forti anche in parlamento e non c’è maggioranza possibile, dato che tutte le minoranze insieme hanno un numero di voti superiore al partito di Erdogan. Le elezioni anticipate, tra poche settimane, potrebbero sancire l’addio definitivo del dittatore islamista al potere se i sondaggi che danno il suo partito al 39%, ed in discesa, fossero confermati dal voto.
Insomma, l’uomo che voleva la maggioranza assoluta dei voti per trasformare la Turchia in una repubblica presidenziale creata a suo uso e consumo, si trova ad essere un Presidente della Repubblica con margini di manovra molto, molto limitati, e a governare un partito che lo segue sempre meno in discesa nelle intenzioni di voto. Senza contare il suo più potente alleato, gli USA, fortemente irritati per la piega che stanno prendendo le cose.
E’ il problema dell’onnipotenza. Prima o poi finisce.
(25 agosto 2015)
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