di Azadi
La televisione iraniana attacca la delegazione italiana in visita nella Repubblica Islamica. Al centro dell’attacco, l’abbigliamento scelto da una diplomatica italiana – che pare essere il Capo di Gabinetto di Gentiloni, Elisabetta Bellini – durante l’incontro con Hassan Rouhani.
Effettivamente, l’abbigliamento scelto dalla diplomatica italiana è davvero strano per il contesto. Come si vede dalle immagini, la Signora ha scelto un paio di pantaloni davvero inusuali, esteticamente discutibili e sicuramente non conformi al codice previsto dal protocollo della Repubblica Islamica.
L’attacco alla rappresentante italiana nel servizio alla TV iraniana, è solo l’avvio di una critica più generale al comportamento dei rappresentanti Occidentale durante i loro meeting ufficiali in Iran. Tra le altre cose, il servizio menziona anche la visita della Bonino a Teheran, ai tempi in cui ricompariva la carica di Ministro degli Esteri.
In quell’occasione, dall’Iran denunciarono che la Bonino non voleva accettare l’obbligo di indossare il velo e che, la diatriba, rischio seriamente di compromettere il viaggio. Nonostante tutto, alla fine non solo la Bonino accettò di indossare il velo, ma dichiarò anche di voler “vincere la gara di amicizia con l’Iran”. Per la cronaca, quando la storia venne fuori in Italia, la “compagna radicale” ormai epurata dal Pannella, smentì tutta la storia.
Ora, non è dato sapere come mai la rappresentante italiana abbia scelto un vestiario simile. Non è dato sapere se è stata semplicemente una scelta estetica (e allora consigliamo seriamente di rivederla…i pantaloni sono davvero brutti), o un messaggio per la dignità delle donne iraniane e il loro diritto di scegliere liberamente come presentarsi in pubblico. Se fosse vera questa seconda ragione, facciamo i complimenti alla diplomatica italiana. Ricordando, però, che questi gesti varranno sempre poco fino a quando il tema dei diritti umani non sarà al centro delle visite degli Occidentali in Iran e fino a quando l’Occidente non sosterrà le donne iraniane nella loro battaglia contro il velo e contro le discriminazioni.
Sino a quando alle parole – e al vestiario – non seguiranno fatti concreti, il solo effetto di queste “battaglie di costume”, sarà solo di facciata e senza alcun effetto reale.
Se volete dare un’occhiata cliccando qui potete raggiungere il video relativo al servizio della televisione iraniana.
Iscrivetevi alla nostra newsletter (saremo molto rispettosi, non più di due invii al mese)