di Paolo M. Minciotti
L’ex primo ministro ugandese Amama Mbazazi, in corsa per le elezioni presidenziali in Uganda del 2016, ha dichiarato di essere contrario all’omofobia ed ha preso posizione in maniera netta dimostrando un coraggio certamente inusuale nel desolante panorama politico africano.
Mbazazi ha dichiarato: “Mi oppongo all’omofobia. Credo che il matrimonio sia tra un uomo e una donna, ma l’omosessualità non è nulla di nuovo e sono stato molti chiaro nel dire che non dovrebbe esserci alcuna discriminazione e che l’omosessalità non comporti alcuna minaccia per il Paese”. Ha poi continuato affermando che nella storia dell’Uganda l’omosessualità è sempre esistita (l’Uganda ha anche avuto un Re che era gay), e che la questione omosessuale nel paese “non è la questione più importante”.
A proposito delle parole del candidato presidente, Edwin Sesange attivista ugandese per i diritti delle persone LGBTI ha dichiarato che sarebbe ora di rendere chiaro che “nessuna persona LGBTI in Uganda sta facendo propaganda per il matrimonio egualoitario, qui stiamo lottando perché siamo perseguitati”. Parole che rendono chiare le intenzioni persecutorie del presidente Museveni e del suo entourage.
(22 luglio 2015)
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