di Paolo M. Minciotti
Cinque anni dopo l’entrata in vigore della legge sul matrimonio ugualitario in Argentina, sono 12mila e 500 le coppie dello stesso sesso che si sono sposate. La legge fu approvata il 15 luglio del 2010 per la presidenta Cristina Kirchner, la donna più amata d’Argentina, ed ha permesso a circa 7 coppie al giorno (per cinque anni) di portare a termine il loro progetto di vita in comune con una legge che glielo permette, alla faccia dei proclami di Bergoglio e dei suoi preti che si inventano la crisi della Famiglia per nascondere la crisi d’Oltre Tevere divorato da invidie, pedofilia e scandali.
César Cigliutti, presidente dell’associazione Comunidad Homosexual Argentina, a proposito dell’alto numero di coppie dello stesso sesso, felici, vonviventi e sposate, ha risposto agli strali vaticani dichiarando che se c’è una comunità che sta arricchendo il concetto di famiglia questa è “la comunità LGBTI. In Argentina siamo orgogliosi del lavoro delle organizzazioni per i Diritti Umani per la conquista del matrimonio egualitario”, insieme a molte altre leggi invise a Bergoglio, “E’ tutto il contrario di una crisi. C’è più inclusione e più uguaglianza di fronte alla legge”.
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