di Daniele Santi
La politica italiana, vittima dei veti delle varie correnti giustizialiste, pro-tortura, di Salvini pro-sindacati di Polizia che si sentono minacciati a fini elettorali, continua a giocare a ping pong con la Legge contro la Tortura che torna all’esame della Camera dopo che la Commissione Giustizia del Senato ne ha di nuovo modificato il testo.
E’ da marzo 2013 che i politicanti del nostro paese, troppo preoccupati di fare in modo che non si verifichi una configurazione di reato contro le forze dell’ordine (e quando il reato da parte delle forze dell’ordine c’è, cosa si fa? Si continua a fare finta di niente?) si passano la palla e continuano a rimandare il testo dalla Camera al Senato e viceversa. Matteo Renzi che si pronuncia su molte cose, a volte persino su troppe, qualcosina sulla questione dovrebbe proprio dirla.
Mentre lorsignori giocherellano con la possibilità che tortura ed istigazione alla tortra ancora non vengano inseriti come reato nel codice penale, perdono la possibilità di offrire ai cittadini un modello positivo di riforma: le Forze dell’Ordine non devono diventare l’oggetto di possibili configuraioni di reati, ma non deve esserci nemmeno una tutela eccessiva che porti a non considerare atti di tortura gli atti che effettivamente lo sono, quando lo sono.
Con una legge chiara e precisa, casi come il caso Cucchi potrebbero anche non ripetersi più.
A questo link il testo di legge approvato lo scorso aprile. Ora nuove modifiche e tutto da rifare.