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Quelli che prendono la loro rivincitina sul potere grazie al “No” greco. Piccolissimi

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Tsipras 03di Il Capo

 

Ho visto nella serata e nottata tra il 5 ed il 6 luglio, notte in cui si è consumata la patetica ed inutile vittoria del “no” al referendum greco, un referendum che è stato politicamente una farsa consumata ancora una volta sulla pelle dei Greci dal loro Primo Ministro Comunista cui i vari Vendola, Civati e Fassina inneggiano in nome del loro 3% scarso prossimo futuro, alleato di un ministro delle Finanze di estrema destra già dimissionario nelle prime ore del mattino, e dai nazisti di Alba Dorata che Tsipras si è trovato alleati nel sostegno al referendum: sostegno che avrebbe dovuto rifiutare se non fosse stato uno svergognato disposto a tutto pur di vincere sul nulla.

 

Molte persone alle quali sono legato da sentimenti personali profondi, si sono espresse sui social sulla base della loro pancia, commettendo l’immondo reato di non ragionare, o di farlo coi piedi, cosa che non mancherò loro di ricordare quando li incontrerò de visu, manifestando ancora una volta ed ancora più drammaticamente il limite dell’epoca in cui degli idioti governano dei ciechi (Shakespeare, che ogni tanto ci vuole), ciechi che in questo caso sono anche sordi e governati dalle loro pance, sembrano dei moderni e roboanti Dott. Balanzone che dicono, dicono, dicono e non sanno nulla, perché non sanno più ascoltare.

 

Cosa ha vinto Tsipras? Niente. Il fallimento della Grecia? La sua uscita dall’euro? La sua permanenza nell’euro? Il trionfo del suo progetto politico (quale?). Il suo affermare che è suo diritto non pagare i debiti? Allora è diritto dei capitalisti così odiati da Tsipras e dai suoi sostenitori, quello di non pagare chi lavora per loro? Se nessuno deve più niente a nessuno, se le regole vengono saltate a piedi pari da tutti, cosa succederà? Può un politico in nome delle sue beghe interne, Tsipras ha giocato per mantenere il potere, ora vederemo fino a quando, mettere in gioco con parole insopportabilmente violente il destino del suo paese? Oggi i Greci hanno davanti a loro più lavoro? Pù denaro? Più opportunità?

 

Tsipras ha fatto votare i Greci per niente: l’euro non è in discussione, l’appartenenza greca all’UE nemmeno; Tsipras ha mistificato e deformato la realtà raccontando di una Grecia sotto l’attacco dei cattivoni della Troika (lo hanno già fatto tutti in Europa, addirittura lo fece Mariano Rajoy in Spagna) e si comporta ora come una specie di salvatore della patria, perché non vuole pagare – non può pagarli – i miliardi che deve a tutti. Ne deriva che la vittoria di Tsipras (lo chiedo alle Tre Grazie Vendola, Civati più il grande economista Fassina) mi permette di non rinegoziare i mutui che mi permettono – non so per quanto ancora – di lavorare? Cioè Tsipras ha ottenuto che nessuno paghi più i debiti e che i soldi fluiscano come per magia da casse paradisiache basta chiedere e pronto cash? Se è così cosa mi sono perso dato che mi è stato giusto chiesto un rientro stamattina?

 

Che cos’è che questa Europa imbarbarita dai furiosi che perdono più tempo a strillare incongruenze sui social che a cercarsi una vita decente ha perso per la strada e che sembra non recuperare più? Prima di tutto la decenza dei suoi politici? D’accordo, ma questi politici chi li vota osannandoli fino a due giorni dopo il voto salvo poi precipitarli nell’abisso dei delinquenti approfittatori?

 

Il 90% delle persone che tra i miei conoscenti, nella notte tra il 5 ed il 6 luglio, inneggiavano alla libertà di fare un po’ tutti quello che cazzo ci pare, sono tra le persone più rigide e meno capaci di condurre una trattativa basata sull’uguaglianza, una discussione paritaria, uno scambio tra uguali, che io conosca. Mi ricordano un po’ i dittatorini in pectore sbugiardati da Charlie Chaplin, i caporalett che si gestiscono i rapporti con l’arroganza ed il poco rispetto e poi la colpa è sempre degli altri.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(6 luglio 2015)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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