di Il Capo
Continua il tira e molla tra Tsipras ed Unione Europea: siam diventati tutti economisti noi cialtroni (ce lo ha scritto un utente di Ttwitter) che non firmiamo gli articoli (sempre lo stesso utente) e viviamo di invidia e offendiamo il papa (sempre quell’utente). Noi che economisti non lo siamo e che di economia non parliamo mai nemmeno qundo emettiamo o ci emettono fatture, paghiamo e basta ci soffermiamo su altri aspetti. Su Tsipras che gioca un po’ al te lo do, ma anche no. Mi calo il pantaloncino, ma lo tengo anche addosso. Un gioco che in un mondo nel quale tutte la danno via dopo cinque minuti può anche avere un senso. Vediamo.
A questo link, trovate il pdf in inglese, pubblicato da Repubblica, dell’ultima lettera di Tsipras all’Unione Europea, sulla quale Frau Merkel è stata categorica: non si tratta più. Niet. Nella lettera Tsipras spiega a Juncker ed alla UE di essere disposto a cedere su alcuni punti, senza farsi troppo male, senza minare la credibilità [sic] del suo governo comunista con un ministro delle Finanze di destra [sic] che avrebbe dovuto aumentare le tasse agli Armatori (la vera casta al potere) e che si è ben guardato, of course, dal farlo. In mezzo il popolo diviso tra i pro “Sì” e i pro “No”, che manifestano un giorno sì e l’altro anche. La vera libertà e andare in piazza. Soprattutto quando non si ha nulla da fare. Più comunisti di così.
Tutto quello che sappiamo ora è che nel caso i “Sì” vincano il 5 luglio, sdegnosamente Tsipras ed il suo governo alzeranno le chiappe, il ministro delle Finanze se ne andrà, così che staremo un altro po’ a giocherellare con i conti pubblici di tutti i paesi d’Europa, il debiti pubblici aumenteranno o caleranno di qualche miliardo a secondo della loro entirà, e a seconda dello spread, e continueremo a sentirci tutti economisti e a prenderci dei cialtroni. Tutti: meno coloro che questi casini li hanno provocati e su questi casini speculano per le loro posizioni di potere politico, le loro ideologie, il loro abnorme ego.
(2 luglio 2015)
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