di Gaiaitalia.com
Erdogan ha scelto il momento del Gay Pride di Istanbul per tornare alla ribalta con un’azione eclatante, l’ennesima azione di forza contro il popolo turco che lo ha appena messo in minoranza, degna della sua anima dittatoriale e violenta, facendo intervenire la polizia contro i manifestanti lgbt investiti da pallottole di gomma e getti d’acqua. Il tentativo di un dittatore sospetto di collusioni con l’Isis che ha visto il popolo turco relegarlo ad una posizione di maggioranza relativa, senza i voti per formare un governo che non sia costantemente in pericolo, visto che le opposizioni possono farlo cadere con i loro no da un momento all’altro.
Qualche risultato politico l’azione antigay del 28 giugno glielo darà, almeno nell’immediato. E’ certo che Erdogan è finito. Finita è la sua epopea di uomo forte che si ispira a Putin da un lato, all’estremismo radicale islamista dall’altro e vuole tenere un piede in Europa. L’uomo, pericolosissimo, riesce nella non rara impresa di isolarsi da solo. E per recuperare terreno non gli resta che scagliarsi contro le minoranze. Anche questo fa parte dell’aspetto ordinario degli umani fenomeni.
Di seguito alcuni video che raccontano gli attacchi della polizia turca al Gay Pride di Istanbul, partito dalla centralissima piazza di Taksim e che si stava snodando per le vie del centro storico della metropoli.
— Funda Eryiğit (@fundaeryigit) 28 Giugno 2015
Mis Sokak’a polis saldırısı pic.twitter.com/oPqcyCRRl9 — Funda Eryiğit (@fundaeryigit) 28 Giugno 2015
(29 giugno 2015)
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