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HomeCopertina"Giustappunto!" di Vittorio Lussana: la nuova Waterloo dell’integrismo cattolico

“Giustappunto!” di Vittorio Lussana: la nuova Waterloo dell’integrismo cattolico

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Vittorio Lussana 02di Vittorio Lussana  twitter@vittoriolussana

 

L’accusa che il mondo cattolico integrista ha mosso al resto della società italiana durante il cosiddetto “Family day” tenutosi a Roma il 20 giugno scorso, ovvero quella di voler imporre “il pensiero unico della Gender theory”, non solo è ridicola, ma storicamente falsa. Sin dai tempi dell’editto di Milano del 313 dopo Cristo, il cattolicesimo ha dominato la realtà spirituale, politica e persino culturale del nostro Paese per quasi duemila anni. Accorgersi all’improvviso di non possedere più l’esclusiva della morale comune all’interno di un processo di secolarizzazione in fase ormai avanzata, più che una fobìa regressiva rappresenta la prova stessa dell’incapacità dei cattolici a stare al passo con i tempi, la confessione esplicita di una sterilità morale che ha ormai raggiunto le vette del sadismo più cinico, poiché teso unicamente a nutrire il proprio bisogno di discriminare e condannare. Senza più nessuno da ‘bollare’ con il marchio dell’abominio e dell’infamia, i cattolici integristi non potranno più truffare il prossimo con la propria teologia ‘farisaica’, assai più vicina ai “sepolcri imbiancati” di Caifa che all’autentica essenzialità filosofica del messaggio evangelico, il quale professa tolleranza, misericordia, carità e rispetto verso tutti gli esseri umani. L’egemonia del cattolicesimo sta lentamente, ma inesorabilmente, tramontando, poiché si continua a far finta di non capire che non si tratta del tentativo di annientare una fede, o la speranza stessa di una ‘salvezza cristiana’, bensì la sua ambizione a identificarsi con una dottrina morale ‘naturale’; della sua pretesa di voler annettere l’intera società a un’unica visione del mondo; della sua ostinazione a volersi occupare di cose di cui conosce, sociologicamente, assai poco; di voler imporre a tutti i costi un modo esclusivo d’intendere e impostare la vita privata, i rapporti sessuali, i legami di paternità e di maternità. La laicizzazione dei costumi rappresenta esattamente l’opposto di quanto dichiarato dagli organizzatori della manifestazione di pazza San Giovanni: ovvero, il superamento proprio di quel “pensiero unico cattolico” che per quasi due millenni ha condizionato, nel bene e nel male, buona parte del mondo, permeando e ‘zavorrando’, in particolar modo, la società italiana. Una filosofia morale che preferisce smentire se stessa in quanto disposta a tollerare i comportamenti pratici pur d’impedire l’affermazione di nuove libertà pubbliche. Invece, è proprio sul piano dei principi che il cattolicesimo integrista sta andando incontro alla sua nuova ‘Waterloo’, a riprova di un conservatorismo ormai giunto innanzi alle sue contraddizioni più estreme, che rischiano di ridurre il cattolicesimo stesso a una mera forma di manicheismo grottesco, intollerante e inutilmente provocatorio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(26 giugno 2015)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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