di Paolo M. Minciotti
Il parlamento del Kirghizistan ha approvato in seconda lettura una feroce legge antigay che discriminerà le persone omosessuali del paese rendendo loro la vita praticamente impossibile, subito dopo la firma della legge da parte del presidente Almazbek Atambayev che la renderà operativa.
La nuova legge, ispirata a quella orribile voluta dai neosovietici di Putin, indurita rispetto a quella stessa legge, emula lo spirito della ridicola “propaganda omosessuale”, ma aggiunge il carcere fino ad un anno, qualora l’arrestato sia ritenuto colpevole di “creare un clima positivo attorno alle relazioni sessuali non convenzionali” [sic]. La legge si guarda bene dal descrivere propriamente che cosa si intenda quando si parla di “propaganda omosessuale”, rendendo la delaione e la libera interpretazione delle autorità l’unico metro di paragone possibile.
Proibite tutte le attività connesse all’informazione, la protezione e l’informazione alle persone omosessuali, così come la possibilità di riunirsi in associazioni.
L’ONU ha chiesto espressamente al Kirghizistan di non approvare la legge.
(25 luglio 2015)
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