di Vittorio Lussana twitter@vittoriolussana
In quanto originario delle ‘serenissime’ terre di San Marco, vengo spesso sollecitato al fine di analizzare e comprendere le obiezioni di Matteo Salvini e dei popoli del nord’Italia nei riguardi di un fenomeno migratorio che ha raggiunto, indubbiamente, proporzioni colossali. La potente ondata che sta investendo il nostro continente è un problema che ci sta letteralmente ‘trapassando’. E molti cittadini dell’area ‘mittle-europea’ non capiscono che stanno semplicemente sputando sul corpo di Cristo, martoriato, umiliato e perseguitato esattamente come duemila anni fa. Come opinionista ‘laico’ da sempre impegnato a combattere le molteplici contaminazioni del confessionalismo mistico-religioso, non posso minimamente concepire certe ovvietà demagogiche provenienti da miasmi ‘subculturali’ totalmente imbevuti di materialismo ‘spicciolo’. In una parola: piccolo-borghesi. Il mio odio verso le religioni proviene da un elevatissimo sentimento di umanità che, in ogni caso, mi porta a riconoscere il mondo cattolico in quanto interlocutore in grado di comprendere l’impellente necessità di ‘instradare’ il mondo verso nuove politiche di solidarietà tra i popoli. In tutto questo, sarò anche un presuntuoso ‘radical-chic’, ma un personaggio demagogico e banale come Matteo Salvini proprio non lo vedo. E tutto ciò che questo stravagante esponente milanese esprime, mi appare unicamente una ‘rottura di coglioni’. E io non intendo occuparmi di chi mi rompe i ‘coglioni’.
(19 giugno 2015)
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