di Daniele Santi
Trovo selvaggiamente demenziale, totalmente imbecille ed assolutamente autolesionista questo imperare di cuffie di tutte le fattezze, mode e colori per ascoltare musica ad alto volume ovunque ci si trovi. Certo: il gadget. La moda. Gli amici. Il telefonino e la musica sempre a portata di mano. Il non voler ascoltare assolutamente nulla che non sia ciò che abbiamo deciso di ascoltare. E nulla più. Ma dato che sono presuntuoso, e pretendo di vedere le cose come sono, leggo in questa “moda”, mania o come la si voglia chiamare, un totale disinteresse – legato all’egoismo di ognuno – nei confronti del mondo dal quale siamo circondati. Un non voler sentire che si manifesta nell’apparecchio alla moda che portiamo in testa e che ci chiude al mondo.formati
Il primo risultato è quello di avere un mondo di cialtroni disininformati che non hanno idea di cosa sta succedendo attorno a loro, che perdono la capacità di dialogare con chiunque, che non si interessano a nulla che disti più della lunghezza del loro avambraccio, che affidano ad un telefonino ed ai suoi accessori compiti che riguarderebbero, invece, l’umano possessore di siffatti strumenti.
Il secondo risultato, più lontano nel tempo, ma più beffardo, è l’avere a che fare con orde di cinquantenni completamente sordi, costretti ad affidare a nuovi apparecchi – questa volta atti ad aiutare a sentire – per poter ascoltare quello stesso mondo che si sono rifiutati di ascoltare, in senso generale, in gioventù.
Siamo o non siamo una banda di superficialoni senza futuro?
(19 giugno 2015)
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