di Paolo M. Minciotti
La 23enne Judith Twikirize ha finalmente vinto la sua battaglia ed ha ottenuto asilo nel Regno Unito dopo che le autorità dell’isoletta europea le avevano rifiutato l’accoglienza per diverse volte.
La giovane, in Gran Bretagna dal 2009, era stata sottoposta a sevizie e torture in Uganda, suo paese d’origine, per “curarla dal lesbianismo” [sic] oltre a subire esorcismo “tradizionale” in patria.
Le autorità britanniche non volevano crederle nonostante le evidenze mediche relative alle torture fossero più che chiare e nonostante le testimonianze a suo favore dichiarassero che era stata “rinchiusa in una stanza con spiriti oscuri” e le fossero stati “praticati tagli con lamette” per liberarla dal suo “lesbianismo” [sic].
In Uganda era stata più volte vittima di assalti e la sua compagna era stata brutalmente (e notoriamente) assassinata. Dopo che nello scorso dicembre la giovane avrebbe dovuto essere deportata, le autorità di Sua maestà avevano miracolosamente cambiato idea concedendo alla giovane, che soffre ancora i postumi fisici e psicologici di tutto ciò che ha subito, un ultimo appello.
Giustizia è stata fatta e l’asilo agognato, finalmente ottenuto.
In Uganda è in vigore una delle leggi più ferocemente omofobe del pianeta.
(10 giugno 2015)
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