di Giovanna Di Rosa
Sarà stata l’abbuffata elettorale, la sovraesposizione mediatica dopo la decisione di Rosaria Bindi detta Rosy di rendere noti i nomi dei cosiddetti “Impresentabili” che non andavano candidati, uscendo forse da quelle che erano le prerogative del suo ruolo di presidentessa dell’Antimafia. Lei, Donna Rosaria Bindi, colei che ha cavalcato con leggerezza tante poltrone lasiando sempre questo senso di leggiadra incompiutezza, lei ce ti fa pensare “E’ sempre lì, qualcosa avrà fatto…”, ma non ti soviene mai cosa, non ha elevato la sua potente voce di presidentessa dell’Antimafia contro i corrotti di Roma Capitale, quelli dello “…’Stamo a magnacce Roma”, quelli di “La mucca deve mangiare per essere munta”, quelli che facevano tutti quel cazzo che volevano, quelli che è una corruzione che viene da lontanissimo.
Insomma Donna Rosaria Bindi detta Rosy, nel suo ruolo di presidentezza dell’Antimafia in questo caso tace. Come mai?
Forse la potente presidentessa dell’Antimafia è troppo impegnata ad immaginare chissà quali vendette e quali ispiratori si nascondano dietro la denuncia del neo-governatore eletto della Campania De Luca, tacciato di essere un “Impresentabile”, che l’ha denunciata.
Ma la nostra personale riflessione va al di là delle denunce e delle arrabbiature personali. Siamo colpiti dal silenzio di Rosaria Bindi detta Rosy che quando di mafia c’è da parlare sul serio, e vengono fuori le mafiose scorribande su Roma, capitale d’Italia, se ne sta zitta.
Sarà che non ci sono elezioni in vista e quindi nessuna corrente (la sua) da difendere? Nessun segretario (quello del suo partito) da mettere in difficoltà? Nessun Primo Ministro (quello del suo governo) da far saltare?
(5 giugno 2015)
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