di Il Capo
I ragazzacci del fattaccio brutto del 19enne morto dopo essere precipitato dal balcone dell’Hotel dove alloggiava, in gita scolastica, rappresentano insieme la causa e l’effetto della peggiore caratteristica della società odierna: la totale mancanza di responsabilità, di assunzione della stessa, la totale stupidità dell’azione della quale non si valutano né pericoli né conseguenze.
La generazione della tv-spazzatura che ha portato Berlusconi ed il suo partito-azienda alla distruzione dell’Italia degli ultimi vent’anni e dei prossimi venti su quello ha giocato: sul far credere che la vita reale fosse in tivù e quella che si vive quotidianamente una finzione.
Ora i social network, usati anche dai ragazzacci del fattaccio brutto, permettono di nascondersi dietro uno pseudo, un profilo fake, combinarne di tutti i colori, mettere alla berlina chiunque, pubblicare foto della propria erezione o di quelle altrui, dell’ultimo rapporto sessuale consumato con qualcun altro, delle proprie vacanze inventate, della propria felicità che non esiste, permettono insomma di costruire una vita virtuale, ma reale per chi la costruisce e chi la legge e la segue, al di fuori della vita reale, che a quel punto diventa virtuale.
Non stupisce quindi che i giovani imbecilli protagonisti di quel fattaccio brutto dove c’è scappato il morto non abbiano i coglioni per assumersi le loro responsabilità: non conoscono né vogliono conoscere il valore della vita reale, perché una vita reale non ce l’hanno e passano dal social alla sbronza alla conoscenza superficiale all’imbecillismo eletto ad oggetto di culto.
Il mondo degli adulti parla di goliardate. Che ci vuol coraggio. Davvero. Perché questa è una tragedia sociale.
(16 maggio 2015)
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