di Daniele Santi
Cosa ci si può aspettare da un partito la cui unica linea politica è presentare emendamenti sulle libertà individuali, opporsi ad ogni cambiamento sociale e mantenere fermo il punto sulla connivenza (collusione) tra quello che spacciano per destra sociale (povero Almirante, si rivolta nella tomba) e calcolato integralismo fintoteocon? Nulla. Se non che vogliono tenersi buono il Vaticano. In sfregio alla Costituzione.
L’ultimo casino lo piantano a Milano, questi inutili occupatori di poltrone da 10mila euro a chiappa, a causa della sfrontatezza di quei castigamatti del Milano Pride 2015 (27 giugno prossimo), che dopo avere chiesto ed ottenuto il patrocinio di Comune di Milano, Ambasciata Svedese di Roma e Chiesa Valdese, hanno avviato le pratiche per la richiesta del patrocinio alla Regione Lombardia.
A dare la stura allo stigma ci ha pensato Nicolò Mardegan, coordinatore cittadino del Nuovo [sic] Centro Destra sostenendo che sarebbe “un errore concedere il patrocinio al Pride 2015. Spero” aggiunge il premio nobel della tolleranza “che la Regione non cada nell’equivoco di chi confonde, come il Comune, parate di dubbio gusto con la giusta battaglia contro le discriminazioni”. Mardegan offre poi la sua personale intepretazione della Costituzione Italiana affermando che discutere di diritti va fatto “nella cornice della Costituzione basata sulla famiglia come unione naturale tra uomo e donna”.
Affermazione che più falsa non si può (magari si rilegga l’esimio Mardegan i primi quattro articoli della Costituzione, o dia un’occhiata al Titolo I, tanto per gradire).
Voi da parte vostra, se ne avete voglia, la Costituzione leggetevela qui.
(13 maggio 2015)
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