di Il Capo
E’ quasi tempo di Gay Pride e per ora, mentre i manifesti politici restano fumosi, le alleanze ed i rapporti tra associazionismo sparso conflittuali come sempre, i giochi di potere all’interno dei vari gruppi come sempre feroci, poco si sa di quello che succederà nelle varie città italiane. O meglio si sa perfettamente: parate colorate e di straordinaria bellezza ed allegria invaderanno le città portando gioia a partecipanti e a coloro che assisteranno; ci saranno le solite stantìe polemiche su patrocini dati, negati e tolti, sindaci sfileranno in prima fila e sindaci si defileranno, e coloro che si considerano a torto – perché autocelebratisi – i leader di un movimento LGBT che non esiste, trionfanti sorrideranno beandosi della loro annuale apparizione sugli organi d’informazione.
Affermeranno pubblicamente la loro bontà per essersi eletti paladini dei diritti altrui; diranno urbi et orbi tanto bene dell’italico associazionismo gaiolesbico, se la prenderanno con il Vaticano, con Renzi e con tutti coloro che “non hanno fatto nulla”.
Su di loro, e su tutte le persone omosessuali del paese, resta stupita una domanda: come mai non sono stati capaci, questi leader straordinari, di costruire un consenso sociale durante i vent’anni e passa della loro inutile esistenza?
I magnanimi leader non daranno risposte, non perché non le abbiano, tutt’altro: appartengono, i magnifici leader, alla razza eletta di coloro che le risposte ce le hanno tutte, ma sono troppo nobili per darle, così che vi lasceranno sospesi, ma soddisfatti per l’ennesima giornata di festa perché tanto, se l’uguaglianza di diritti in questo paese non esiste, si possono sempre incolpare il Vaticano ed i governi di turno.
Ma state certi che, nel caso che questo governo approvi una legge sulle Unioni Civili come sta promettendo da tempo, saranno tutti lì a prendersi il merito dimenticando che è anche a causa della loro corsa verso il futuro impossibile – inutile e patetica (mentre si doveva lavorare per avere le Unioni Civili, loro gridavano di volere il matrimonio egualitario), che si sono perse occasioni, tempo e dignità.
Davvero grazie. Ma non pensate che siano cattivi, è che si disegnano così, o forse si disegnano buoni e competenti. Non si capisce nulla nemmeno lì. Forse è perché, come tutti gli altri, sono Italiani. Cioè figli del paese che contestano.
(8 maggio 2015)
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