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“Attivi!” di Tito Gaudio: la corruzione è favorita anche dalle “quote rosa”

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Corruzionedi Tito Gaudio
Corruzione. Uno dei grandi mali dell’Italia; un male che riaffiora praticamente tutti i giorni nelle cronache dei giornali. L’ultimo scandalo emerso basato sulla corruzione è l’inchiesta “Grandi opere”, che ha portato tra l’altro alle dimissioni di Maurizio Lupi, ormai ex-Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti. Questo scandalo è solo una delle decine che hanno coinvolto la politica italiana negli ultimi 20 anni: Mani Pulite, Monte Paschi di Siena, il “Sistema Sesto San Giovanni” di Filippo Penati, il MOSE, l’EXPO, Cesare Previti, la condanna di Raffaele Fitto, l’inchiesta sulla sanità privata in Abruzzo, il TAV di Firenze, gli scandali che hanno coinvolto gli AD di Finmeccanica e di ENI, Mafia Capitale, il “business dell’eolico”, lo scandalo Belsito, l’inchiesta sulla sanità lombarda e molti altri.

 

La corruzione è ormai un’epidemia, un virus che ha infettato ampie zone della politica, della sanità, dell’imprenditoria, dell’edilizia, del mondo del lavoro. Ogni anno l’Italia perde 60 miliardi di euro a causa della corruzione: circa 1000 euro in meno per ogni cittadino e cittadina. La corruzione porta a una minore crescita del PIL, meno produttività delle aziende, meno posti di lavoro, più tasse, più inquinamento, più disastri ambientali, più pericoli per la salute e la vita, servizi in minor quantità e di bassa qualità. Senza contare gli enormi guadagni e benefici che le mafie ottengono grazie alla corruzione. Tutto questo dovrebbe spingere tutti e tutte noi a rifiutare la corruzione, a bandirla dalla nostra vita, denunciando sempre sia i corrotti sia i corruttori. Ma più delle persone comuni dovrebbe essere la Politica con la P maiuscola a fare tutto il possibile per sradicare la corruzione. Sono molte le iniziative che si potrebbero intraprendere: aumentare le pene per corrotti e corruttori, aumentare i tempi della prescrizione, aumentare la trasparenza nella sanità e nelle università, rivedere le norme sugli appalti, punire i conflitti di interesse, punire con il carcere l’autoriciclaggio, il falso in bilancio, l’inquinamento ambientale, il disastro ambientale, il trasporto e l’abbandono di materiale radioattivo. E, aggiungo io, rivedere il sistema delle cosiddette “quote rosa”.

 

Come ho scritto in un mio precedente articolo in Italia le donne fanno molta fatica a entrare nelle Istituzioni, a “farsi largo” nel mondo della Politica. Prova ne è il fatto che le donne sono sottorappresentate all’interno della Camera, del Senato, del Parlamento Europeo e delle Regioni. Per non parlare della situazione disastrosa nei Comuni e nelle Province. Il Parlamento ha cercato di risolvere questa ingiustizia introducendo alcune forme di “quote rosa”. Per esempio, con l’obbiettivo di aumentare le donne all’interno dei Consigli comunali, è stata introdotta la doppia preferenza di genere alle elezioni comunali. In poche parole, se fino a poco tempo fa ogni persona poteva votare un solo candidato o una sola candidata alle elezioni comunali, ora possiamo dare il nostro voto a un uomo e a una donna contemporaneamente. Questa è una norma che in effetti farà aumentare il numero di donne elette; senza contare che con questo cambiamento i Partiti sono spinti a candidare un numero di donne maggiore del passato e più vicino a quello degli uomini. Allo stesso tempo, però la doppia preferenza di genere porta all’aumento della corruzione tra candidato ed elettore. Infatti, se già con una sola preferenza i candidati possono controllare il voto e corrompere gli elettori, con due preferenze questo è ancora più facile.

 

Faccio un esempio. Se io sono un candidato posso dire alla famiglia Rossi di votare me e Giulia, mentre alla famiglia Bianchi posso dire di votare me e Anna. A entrambe le famiglie propongo soldi in cambio del voto. Ovviamente il voto è segreto, ma io essendo presente ai seggi, posso vedere quante persone hanno votato la coppia formata da Tito e Giulia e quante hanno votato la coppia Tito-Anna. Ebbene se la famiglia Rossi è formata da 5 persone e nel loro quartiere ci sono 5 voti per me e Giulia, ciò significa che effettivamente questa famiglia mi ha votato, si è fatta corrompere e quindi “merita” i soldi pattuiti. Se invece la famiglia Bianchi è formata da 3 persone e nel loro quartiere nessuno ha votato me e Anna, ciò significa che i membri di questa famiglia non mi hanno votato, non si sono fatti corrompere e quindi non “meritano” i miei soldi. Così io, da candidato, ho la possibilità di controllare tutte le famiglie del mio Comune, di sapere quali persone votano per me e quali no, di sapere chi è corrotto (e quindi da “premiare”) e chi è onesto (e quindi da “punire”).

 

I lettori e le lettrici capiranno che così il voto non è più segreto e che così i candidati e le candidate hanno molte più opportunità di corrompere le persone e falsificare le elezioni. Così una norma che doveva ridurre le ingiustizie porterà a maggior corruzione e a un maggior potere e controllo da parte dei politici sugli elettori e sulle elettrici.

 

Tutto questo non è accettabile. A parer mio, la doppia preferenza di genere andrebbe abolita. La Politica dovrebbe trovare altri strumenti per aumentare il numero di donne nelle Istituzioni. Anzi, se fossimo davvero un Paese civile, non dovrebbe esserci alcun bisogno di trovare strumenti del genere; se fossimo davvero un Paese civile, non dovrebbe esserci alcun bisogno delle “quote rosa”. Ma, del resto, il fatto che siamo il popolo più corrotto d’Europa forse vuol dire che non siamo poi così “civilizzati”…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(24 marzo 2015)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

©gaiaitalia.com 2015 – diritti riservati, riproduzione vietata

 

 

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