di Giovanna Di Rosa
Brutta malattia il salvinismo: colpisce gli ometti accecati dalla loro ambizione che vedono qualsiasi ombra agitarsi come un nemico pronto a ghermirli ed agiscono insensatamente, senza ragionare, impallinando il nemico o presunto tale. Impallinare. Ci sono tanti modi per impallinare il nemico. E spessissimo il fucile non serve,
Scrive il noto quotidiano comunista-staliniano La Repubblica citando il sindaco di Verona Flavio Tosi: “La decisione di Salvini crea tensioni interne pesantissime nella Liga Veneta. A ridosso delle elezioni regionali, con il rischio di dividere il centrodestra e avvantaggiare gli avversari (…) solo per cacciare me e per lo scopo di costruire una Lega con un uomo solo al comando”.
Il segretario della Lega, ispirandosi al lepenismo francese che in Italia attecchisce tanto quanto in Francia, cioè attorno al 15% dell’elettorato nazionale con alcuni punti di forza nel nord del paese (mentre in Francia i punti di forza sono al sud), si infila nella balla della Lega Nazionale, che alcuni quotidiani declinano in francese, cominciando a lavorare per far dimenticare cosa è stata la Lega, il suo odio antisud, le sue beghe economico-finanziarie e patrimoniali, i tuffi nel mare della ricchezza di papà del Trota, i fallimenti di Umberto Bossi che è ancora a capo della Commissione di Garanzia [sic] del partito.
Quando Flavio Tosi, popolarissimo sindaco di Verona, che non mi troverà mai d’accordo con una parola di ciò che dice, ma al quale non si possono rimproverare mancanza di coerenza politica e capacità, chiede alla Lega che venga rispettato uno degli articoli dello statuto federale e che venga riconosciuto alla Liga Veneta il suo diritto alla gestione delle liste nella Regione, si trova di fronte ad un altolà e viene sbattuto fuori dal partito, senza curarsi delle conseguenze politiche di un gesto simile. Che potrebbero essere serissime per Salvini, Zaia e soci. Come ad esempio consegnare il Veneto nelle mani della candidata del PD. Da augurarselo: perché per la Lega sarebbe un disastro. Il disastro che merita.
Insomma il salvinismo: ne sono ammalati in molti nella nuova destra italiana, dal vecchio che si traveste da 18enne a capo di Forza Italia, ai finti democratici di estrema destra di Casa Pound, alla figlia di Wanna Marchi, Giorgia Meloni, a tutti coloro che da quella parte fingono una democrazia. Ne sono colpiti nel M5S quelli che espellono ad ogni istanza di dissidenza. Ne sono affetti nel PD. E’ una brutta malattia tutta umana che colpisce chi riteniamo un nemico. Bisogna guardarsene come dalla peste.
Guardarsene come da Salvini e dalla sua sboccata, vuota, inutile e pericolosa estrema destra in progress.
(12 marzo 2015)
©gaiaitalia.com 2015 – diritti riservati, riproduzione vietata
Iscrivetevi alla nostra newsletter (saremo molto rispettosi, non più di due invii al mese)