di Il Capo
Si comincia con Bersani e le sue partnership alla tedesca, che non sapeva nemmeno cos’erano tant’è vero che quando il team che dirigeva la sua campagna elettorale decise di spiegare pubblicamente cos’erano le partnership alla tedesca, dalla direzione del PD fecero fuoco e fiamme, poi Bersani salta in aria con Civil Partnership alla tedesca comprese e beato chi ci crede.
Arriva Renzi, timidissimo sulla questione – nel frattempo si era approvata un’orrenda legge contro l’omofobia che salva le chiappe agli omofobi – che dichiara di essere timidissimo, si muovono cose, almeno sembra, ma dopo diversi mesi di governo sir egistrano metamorfosi di Forza Italia sulla questione, barricate del Centro Destra, emendamenti omofobi di Giovanardi, fascisti che occupano il Campidoglio per salvare la Sacra Famiglia e cantano Fratelli d’Italia, dal governo sulle Unioni Civili nemmeno uno straccio di segnale che sia uno.
Ignazio Marino è trionfante: “L’approvazione della delibera sul registro delle Unioni Civili rappresenta un grande successo per i cittadini romani, e corona il lavoro serio e puntuale dell’Assemblea capitolina, che ha saputo portare avanti un dibattito complesso e articolato su un tema che la cittadinanza, nella sua maggioranza, ha già fatto proprio rispetto alla indifferenza di certa politica ormai fuori tempo massimo. A tutti i consiglieri che hanno votato a favore va dunque il ringraziamento della Giunta e mio personale, come pure un grazie speciale va alla presidentessa Valeria Baglio, che ha guidato i lavori con determinazione e competenza, imprimendo quella spinta necessaria per arrivare al traguardo. Abbiamo così mantenuto fede agli impegni assunti in campagna elettorale da questa maggioranza, anche coinvolgendo pezzi dell’opposizione. Ora mi auguro che con analoga energia e determinazione l’aula proceda all’esame del bilancio 2015 e delle delibere sul patrimonio”.
Sottolinea, consapevolemente, il Sindaco Marino, che i cittadini sono sempre più pronti a fare proprie le istanze sociali delle maggioranze parlamentari, di qualsiasi maggioranza e di qualsiasi colore si parli. Da parte nostra sappiamo che la misura è colma, che ci sono cittadini che hanno tutti i doveri e nessun diritto – salvo quello di farsi curare in Ospedale se sono vittima di un pestaggio omofobo – e che le città italiane sono costretti a votare risoluzioni che sul piano nazionale non hanno nessun valore, non essendoci una legge nazionale che tuteli le coppie formate da persone dello stesso sesso.
Siamo contenti di vedere che la comunità LGBT festeggia e gioisce. Noi rimaniamo dell’opinione che ci sia davvero poco di cui gioire. Ma si sa, chi s’accontenta, gode.
(29 gennaio 2015)
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