di Paolo M. Minciotti
Arrestati per presunta omosessualità e per avere partecipato ad un presunto “matrimonio gay” (sic), e condannati in un primo tempo a tre anni di prigione, hanno visto la loro sentenza ridotta a dodici mesi di carcere.
La farsa, o ridicola cialtroneria, che qualcuno ha chiamato processo è stata condotta con tanto di “prove anali” per determinare l’omosessualità, prove anali che avevano determinato che gli accusati “non sono omosessuali”.
Il processo, lo scandalo pubblico e la detenzione con conseguente condanna, sono stati montati sulla base di un video che ritrae due uomini che sembrano partecipare ad un matrimonio, prontamente tacciato per “matrimonio gay”, video di cui non si conosce nemmeno la provenienza. Ciliegina sulla torta il fatto che in Egitto non esiste nessuna legge che condanni l’omosessualità che non è riconosciuta come reato dal codice penale.
Così funziona la giustizia-terrorismo in certi paesi.
(30 dicembre 2014)
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